domenica 25 novembre 2018

Ragazzo (1)

#parole a caso




Se si cerca in calabria come si dice ragazzo o giovane, avremo questa mappa secondo l'AIS (Atlante Linguistico ed etnografico italo-svizzero):

Ragazzo, Ragazza


Ragazzo, Giovanotto



Andiamo ad analizzare le parole in dettaglio:

Cotraru

deriva dal latino quaternarius: ragazzo di quattro anni che è diventato semplicemente ragazzo.

Ricerche Linguistiche, Bardi, 1950


Ricerche Linguistiche, Bardi, 1950


Centrache: cotraiedu, Acri quatraru

quatraru secondo Accattatis: puro, innocente




Gagliune
Secondo Rohlfs sarebbe una forma onompatopeica derivata da "guai", il bambino che guaisce
Confronta il campano: wagnì "guai", waglià (guaire)

Mentre nel "Vocabolario delle parole del dialetto napoletano", che più si scostano dal dialetto toscano scritto dagli Accademici filopatridi del 1789 come significato si dà "garzoncellO" e deriverebbe dal latino calones  (Servo)



Bardasciu



Usato poco in Calabria ma diffuso in Abruzzo, Campania anche con accezione negativa,
Attestato nei dizionari di Luigi Galasso, di Giovanni Battista Marzano, di Gliozzi, di Rohlfs e Carè.

Rohlfs per "bardascia" scrive:
  • forosetta (sinonimo di contadinella ndr), contadinella robusta per Malito (CS)
  •  ragazzina ingenua a Rossano (CS)  
  • donna di facili costumi, prostituta (Vocaboli gergali di Reggio Calabria e provincia di Francesco Geraci) 
  • ragazza a Catanzaro e Crotone
  • ragazzo, giovinetto a Catanzaro, Crotone, Piscopio e Caulonia
     
mentre per bardasciu nel Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano scritto dagli Accademici filopatridi del 1789:

giovanotto talora di poco plausibili costumi


 (Vocabolario del dialetto calabrese di Luigi Accattatis, Castrovillari, 1897,
Ricerche etimologiche su mille voci e frasi del dialetto calabro-lucano di Teodoro Cedraro, Napoli, 1855
Saggio di un vocabolario Calabro Italiano di Lorenzo Galasso, Laureana di Borrello, 1924
Sul dialetto Calabro di Francesco Scerbo, Firenze, 1886
Dizionario etimologico del dialetto calabrese di Giovanni Battistaa Marzano, Laureana di Borrello,1928 )

deriva dal persiano bardag- ragazzaccio

Presente anche nel dizionario etimologico di siciliano di Luigi Milanesi come termine dispregiativo: ragazzaccio, persona di poco affidamento, al femminile anche: donna di facili costumi, nella malavita: l'uomo inutile ma che fa lo spaccone.

Nella lingua napoletana e nei suoi dialetti

Nella lingua inglese statunitense esiste il termine berdache (pronunciato: "berdasc") il cui significato presso alcuni popoli nativi americani è usato per riferirsi ad una persona, di solito un maschio, che assume l'identità di genere e ottiene lo status sociale dell'altro sesso.
Più che il significato è interessante però scoprirne l'origine:
Dal francese del nord America, a sua volta dal francesce bardache, catamite, dall'italiano dialettale bardascia , a sua volta dall'arabo bardaj dal persiano bardah: "prigioniero", dal medio persiano: vartak, e dall'antico iranico *varta-





Berdache - Dizioanrio Collins


Il passaggio dal francese bardache all'italiano e poi all'arabo è confermato anche dal "Dictionnaire Etymologique et historique du francaise" (Larousse, 2011):



1537; italiano: bardassa, dall'arabo bardadj, schiavo 

e anche il dizionario inglese Merriam-Webster si accosta a questa ricostruzione:

"Middle French bardache, from Old Italian dialect bardascia youth, homosexual, from Arabic bardaj slave, from Persian bardah"



Altri termini trovati nel vocabolario di Martino (Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale) riferiti a ragazzo che approfondiremo successivamente:

  • bofarràci ,  
  • brignolu,  
  • caramùscia,  
  • carusu,  
  • catusu,  
  • ciopulu,  
  • cirimpinni,  
  • craciopulu, 
  • cuculezu, 
  • ferrachjiu, 
  • frascandaghjiu, 
  •  gadoparu, 
  • gagghjolu, 
  • minacchjolu, 
  • pidotu, 
  • scazzandidu, 
  • spillacchjiuni, 
  • ziteddu

Fonte:

  • Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale (AIS)
  • Dictionnaire Etymologique et historique du francaise (Larousse, 2011)
  • Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino (2006)
  • Nuovo Dizionario della Calabria di Gerhard Rohlfs  (V Ristampa 1996)
  • Ricerche linguistiche. Volume 1 di G. Bardi (1950) 
  • https://www.thefreedictionary.com/berdachism (2018)
  • https://www.merriam-webster.com/dictionary/bardash (2018)

domenica 11 novembre 2018

Ghjegghjari

 Ilir Meta attuale presidente dell'Albania, 5 giorni (6 novembre) fa era in visita all'Università della Calabria a Cosenza, grazie alla volontà del professor Francesco Altimari che dirige il Laboratorio di Albanologia del Dipartimento Culture, Educazione e Società.
Il Presidente albanese ha conferito la medaglia d'onore al professor Francesco Altimari, "per i suoi meriti e il suo impegno nella diffusione e nella promozione del patrimonio linguistico e culturale albanese".

Della comunità albanese in Calabria e della loro lingua l'arbëreshë avevamo già parlato l'anno scorso: qui e qui, in occasione di questo evento riprendiamo la parola con cui venivano riconosciuti gli italo-albanesi



Ghjegghjaru, plurale: Ghjegghjari nome con cui vengono chiamati gli albanesi di Calabria
ma anche semplicemente gghjegghjiu o ghjengghjiu (Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006) mentre Rohlfs dà la semplice definizione di balbuziente (Per lo meno a Montauro). Il termine è presente anche a Bivongi (RC) dove Damiano Bova (Dizionario etimologico del dialetto bivongese) dà come prima definizione: "Italo albanese" e in senso figurato: "balbuziente", "mezzo muto", "incomprensibile", "strano".

Per la parola Ghjegghji sempre Bova scrive:

Nome che si dà agli Italo-albanesi di Calabria, fuggiti dal XVI secolo in poi, dall'Albania a causa dell'invasione turca. La loro lingua parlata è l'arberisht degli Arbereshe, cioè una delle antiche lingue del tosco (toskë) antico, il dialetto  dell'Albania meridionale.
In qualche centro (abitato ndr) è un dialetto misto con inflessioni tratte dal ghego  (gegë), dialetto dell'Albania settentrionale.
Nell'Italia meridionale ha subito le contaminazioni a contatto con i dialetti che hanno ereditato la permanenza della lingua greca sia della prima ellenizzazione (magno greca) sia della seconda (bizantina).


L'etimo secondo Bova deriverebbe da ghego, il dialetto parlato nell'Albania settentrionale.
Secondo Il dizionario etimologico indoeuropeo di Julius Pokorny. l'origine di ghegho è invece incerta, potrebbe derivare da un proto-albanese *ghaughau̯, dopo un suono onomatopeico in opposizione a shqip (lingua chiara, comprensibile). Confrontare: gaga (verso dell'oca), e gatë (“airone).
In alternativa potrebbe derivare dal greco antico  γίγας (gígas, gigante), dalla mitologia omerica (i  giganti dei monti Acrocerauni in Albania), probabilmente denotando l'invasione delle tribù che scendevano in Grecia dal nord.


Da notare come anche le comunità calabresi a fronte di una nuova comunità parlante una lingua sconosciuta identifica sostanzialmente la popolazione con un nome onomatopeico che ha il significato nella comunità di qualcuno affetto da balbuzie ovvero anziché parlare di balbettare. Simile al barbaro romano e greco: barbărus, gr. βάρβαρος.



Per chi volesse approfondire la cultura albanese in Calabria c'è il seguento libro:

La Calabria albanese di Fulvio Mazza (Rubbettino Editore, 2013)

Qui sulla Treccani altre informazioni: Comunità albanese


Fonte:

  • Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Rohlfs,  Terza Edizione, 1996
  •  Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006
  • Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Bova, 2017 
  • Indogermanisches Etymologisches Wörterbuch, J. Pokorny, 1959, Bern : Francke
  • Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/balbuziente/
  • Treccani. http://www.treccani.it/vocabolario/barbaro/ 
  • Wikizionario:   https://en.wiktionary.org/wiki/geg%C3%AB
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_tosca
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_ghega


domenica 4 novembre 2018

topi, ratti e sorci

 Rubrica  #parole a caso
Il topo in calabrese



Diversi nomi latini per quello che viene genericamente chiamato "topo"

  • Mus musculus
  • Eliomys quercinus
  • Sorex
  • Rattus

Ma come mai come immagine c'è una carta del Mediterraneo orientale e del Mar Nero?

Perchè nei dialetti calabresi uno dei tanti modi per indicare il topo di quercia (Eliomys quercinus, foto in basso) o il ghiro (i ghiri assomigliano a dei topi che a differenza della loro controparte passano gran parte della loro vita sugli alberi) o anche la talpa  è puondicu, pondacu o pondicu.
Questa parola deriva dall'antico nome del Mar nero:"Pontus Euxinus"(a sua volta dal greco pontikòs), intendendo quindi un topo proveniente da quell'area.
La parola secondo il Dizionario dei dialetti della Calabria Meridionale di Martino 2010)  si attesta a Ferruzzano come ghiro quercino, poi come surici pondacu o puondicu a Laureana di Borrello, San Pietro di Caridà, come agghjiru pondacu o puondicu (ghiro pondico)  a Benestare, a Briatico, a Bruzzano, a Caulonia, a Curinga, Laureana di Borrello, Polistena e Stilo.

Ponticus deriva dal greco Πόντος  che deriva da  πόντος-> póntos
A sua volta si suppone dal Proto-Indo-Europeo *pónteh₁s (“strada, percorso”).

Nelle opere di Omero la parola era usata per riferirsi a qualsiasi mare, ma successivamente per riferirsi specificatamente al Mar Nero e alla regione costiera a sud-est.

Anche l'italiano Pantegana ha questa origine: "mus ponticus", nome diffuso anche nei dialetti settentrionali italiani..




https://it.wikipedia.org/wiki/Sorex

Un'altro modo di indicare il topo è:

surici

dal latino soricem, accusativo di sorex
Di origine incerta, forse correllato a "susurrus" o al greco antico: ὕραξ (húrax, “toporagno”).






zoccula
Nome diffuso nella lingua napoletana e poi entrato anche in italiano con "zoccola" con cui si intende genericamente un grande ratto.
Deriva dal latino sorcŭla diminutivo di sorex
Usato a Bova, Gasperina, Melicuccà, Santa Cristina d'Aspromonte, Cerisano e Scigliano.


Abbiamo poi la parola ghjopadu con il significato di cucciolo di ghiro  o topo di campagna.
L'origine è incerta.








rattu  che come l'italiano "ratto" deriva dal latino rattus, a sua volta dal protogermanico rattaz (rat).
Il termine è ed è stato diffuso in tutta la Calabria




lacridu o acridu
Con questo termine a Davoli e Maida si indica il topo campagnolo o arvicola ovvero a quei topi del genere Arvicolinae



rùsola o rusòla o risciola
Un'altro nome per il topo quercino ad Africo, Ferruzzano e Palizzi.

Conoscete altri modi di dire topo nei dialetti calabresi?

Fonte:

Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/pantegana/
Wikitionary:
https://en.wiktionary.org/wiki/%CE%A0%CF%8C%CE%BD%CF%84%CE%BF%CF%82#Ancient_Greek
https://en.wiktionary.org/wiki/rattus#Latin
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Arvicolinae




sabato 30 giugno 2018

Punti d'indagine del Dizionario di Rohlfs

Gerhard Rohlfs per costruire il primo Vocabolario unitario delle "Calabrie", come veniva anche definita in passato la regione si appoggiò a fonti orali e a fonti scritte, ecco rappresentata qui sotto in questa mappa tutte i paesi citati dal tedesco nella sua opera (nella Tavola delle sigle bibliografiche).




Solo guardando questa carta, si può vedere l'opera straordinaria che fece Rohlfs di raccolta per i suoi studi linguistici.

domenica 24 giugno 2018

Elenco dei vocabolari calabresi del XXI secolo

Con l'inizio del nuovo secolo, nonché del nuovo millennio piccoli e grandi vocabolari hanno iniziato ad essere pubblicati per tutta la regione e sono spuntati anche alcuni glossari in versione digitale sul web. Di seguito tutti quelli a noi noti, in versione cartacea dal 2000 al 2018.


Il primo in assoluto è quello di Francesco e Anna Maria Cosco: Nella lingua... la storia. Vocabolario etimologico del dialetto della provincia di Crotone patrocinato dall'assessorato della provincia di Crotone, 355 pagine sui dialetti crotonesi.

Il secondo è il Vocabolario calabro. Laboratorio del dizionario etimologico calabrese. A-E uscito per Laterza nel 2002 del presbitero Vincenzo Padula e a cura del glottologo John B. Trumper ormai non più in vendita ma di cui è annunciata una ristampa.
Si tratta di un lavoro che è consistito nel rimettere in ordine il lavoro di raccolta di termini dialettali dell'acrese, raccolte già noti a diversi linguisti, tra cui Gerhard Rohlfs stesso. L'obiettivo del dizionario che comprende i vocaboli A-E è di creare un dizionario storico-etimologico-etnolinguistico non solo della varietà d'Acri ma di tutta la Calabria.



 Nel 2006 Gargiulo Romeo pubblica il voluminoso Vocabolario mammolese per Iiriti Editore, 1460 pagine sul dialetto di Mammola (RC) e lo stesso anno Giuseppe Laface il Dialetto reggino. Tradizione e nuovo vocabolari, 280 pagine per Iiriti Editore.

Nel 2009 Giosuè S. Ciccia pubblica un piccolo volume di 120 pagine sul "dialetto monasteracese" (edizione Pragramata).
Sempre lo stesso anno ma a Sant'Andrea Aposto dello Ionio (CZ) Enrico Armogida dà alla luce il Dizionario Andreolese-Italiano, volume di 1300 pagine.
 
Nel 2010 il professor Giuseppe Antonio Martino completa il lavoro del poeta Ettore Alvaro e pubblica "Dizionario dei dialetti della Calabria Meridionale" per Qualecultura, e definisce Calabria meridionale quell'area calabrese in cui le parlate hanno un "vocalismo tonico siciliano", spannometricamente corrispondente alla antica Calabria Ultra (o ulteriore) fino alla "strozzatura" Lamezia-Squiallce" quindi escludendo l'area crotonese oltre che la cosentina.
Da questa collocazione geografica, come riferisce Martino stesso, il dizionario si trova a metà strada tra il lavoro di Rohlfs di respiro regionale e dei lavori di livello comunale.





 Sempre nello stesso anno la piccola comunità di Cropalati (CS) può godere delle 288 pagine del Vocabolario di lessico e cultura cropalatese di Mario Longobucco.
Lavoro cominciato nel 1995 e scaturito in una prima versione nel 2003 ed in questa finale del 2010 arricchita di sezione fonetica, grammaticale e paremiologica.

Nel 2012 Dizionario calabrese-italiano Poesie e Saggi di Francesco Laruffa una terza edizione per il quarantennale della morte dell'autore (1972) con contributi del linguista Tullio De Mauro e dell'antropologo Vito Teti.

Nel 2013 Francesco Spingola presenta il Vocabolario  verbicarese-italiano, 250 pagine, con 3200 voci con analisi etimologica ed aneddoti ad esse correlate.

A luglio 2017  viene pubblicato per Città del Sole Editore il Dizionario etimologico del dialetto bivongese di Padre Damiano Bova, un tomo di 600 pagine in cui ogni parola del dialetto di Bivongi (RC) ha indicata una possibile origine.

Vocabolario calabro. Laboratorio del vocabolario etimologico calabrese: 2 F- O
uscito nel 2017 per edizion dell'Orso, è il proseguio del lavoro di Trumper sulle schede linguistiche di Padula. In occasione della presentazione del libro a dicembre 2017, come detto all'inizio ha annunciato una ristampa della prima edizione A-E e la pubblicazione della rimanente P-Z.








Fonti:

  • http://www.ilcrotonese.it/il-vocabolario-del-dialetto-della-provincia-di-crotone/
  • Vocabolario Calabro Folume II, A cura di John B. Trumper, Edizioni dell'Orso
  • Dizionario dei dialetti della Calabria Meridionale, Giuseppe Antonio Martino e Ettore Alvaro, Qualecultura, 2016
  • Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Damiano Bova, Città del Sole, 2017
  • http://santandreainfo.blogspot.com/2009/01/la-presentazione-del-dizionario.html 
  • http://www.sibari.info/index.php?option=com_content&task=view&id=3563&Itemid=51
  • http://www.istitutomusicalefrescobaldi.it/pubblicazioni/

domenica 17 giugno 2018

Il progetto VIVALDI

https://www2.hu-berlin.de/vivaldi/

Il progetto VIVALDI o progetto Vivaio acustico delle lingue e dei dialetti d'Italia è un interessante progetto dell'Università Humboldt di Berlino (https://www.hu-berlin.de/de) dove mette a dispozione un sito internet, graficamente un po' antiquato, in lingua italiana e tedesca

 Il progetto ha lo scopo di:
  • Raccolta dei dati dialettali attuali in tutte le regioni d'Italia,
  • Uso dei moderni mezzi tecnologici (Internet, DVD) per la presentazione contesto-sensitiva di dati visivi e sonori,
  • Proposte di trascrizione,
    quindi
  • Possibile confronto dei dati attuali con quelli dell'AIS (Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale) e dell'ALI (Atlante linguistico italiano),
  • Possibile utilizzo nell'insegnamento,
  • A lunga scadenza, documentazione coprente tutto il paesaggio dialettale italiano.

Per la Calabria i paesi presi in considerazione sono:
  • Bova Superiore da Dieter Kattenbusch  nel 2000
  • Guardia Piemontese da Dieter Kattenbusch e Fabio Tosques nel 2012
  • Roccella Jonica da Marisa Guarnieri nel 2010
  • Saracena da Dieter Kattenbusch nel 1993
 Qui (Registrazioni Calabria ) la pagina dedicata alla Calabria, sulla sinistra si può scegliere per la "parte fonetica" tra  le voci in italiano di cui si desidera sentire la traduzione nei 4 paesi predetti che a loro volta.
A seguire una parte di lessico, morfologica e sintattica.




Il sito, nota negativa, non sembra  più aggiornato dal 2015

Fonte: https://www2.hu-berlin.de/vivaldi/




sabato 9 giugno 2018

Elenco di vocabolari calabresi novecenteschi

Proseguiamo la carrellata di vocabolari calabresi ripercorsi dalla  "Guida allo studio dei dialetti calabresi" di Michele De Luca, opera del 2016 edita da Ferrari Editore entrando quindi nel XX secolo.

Il primo che incontriamo è quello di Giovanni Malara del 1909: Vocabolario dialettale calabro-reggino-italiano.


Nella prefazione dell'opera leggiamo: "Si deve al mio forte affetto per la scuola, al mio vivo interesse per agevolare l'insegnamento cui dedicati tanti anni di mia vita, la compilazione e la pubblicazione di questo volume.".
Essendo una opera destinata per le scuole  spiega che  ha preso come punto di riferimento il Petrocchi minore" (Nòvo Dizionàrio universale della lingua italiana edito tra il 1884 ed il 1890 e ristampato fino al 1931).
Dopo la prefazione c'è una breve grammatica del dialetto calabro-reggino ed infine il vocabolario vero e proprio.

Nel 1923 Ettore Gliozzi pubblica "Il parlare calabrese e l'italiano: confronti: manualetto per l'insegnamento della lingua nelle province calabresi con saggi e vocabolarietto."
Nel vocabolario inserisci termini provenienti da tutta la Calabria ma non distinguendone la provenienza.

L'anno successivo Lorenzo Galasso pubblica "Saggio d'un vocabolario calabro-italiano ad uso delle scuole"  edito a Laureana di Borrello.
Un dizionario, a detta di De Luca, con una corretta impostazione scientifica e con un uso del linguaggio ricercato ed estroso.



Nel 1925 è il turno di Francesco Mauro che scrive: "La parrata calavrise: libro di esercizi traduzioni del dialetto per le scuole elementari della Calabria: per la 5. classe.. viene allegato un piccolo vocabolario ma secondo De Luca di scarso valore.

Nel 1928 viene pubblicato a Laureana di Borrello uno dei migliori dizionari etimologici calabresi: Dizionario etimologico del dialetto calabrese di Giovan Battista Marzano in cui vi  è una vasta documentazione demologica, la ricerca di fonti letterarie e di viva voce e studi comparativi dei dati raccolti. Lo stesso Michele De Luca ne fa l'introduzione nella ristampa anastatica del 2006 per Arnaldo Forni Editore dal titolo: "Giovan Battista Marzano interprete solitario del lessico calabrese".
Raffaele corso nella versione originale del 1928 a Posillipo scriverà: "... precorre, preparandone il terreno quel nuovo movimento di studi sulla grecità essenziale dei dialetti meridionali che ai nostri giorni ha avuto il migliore e il più infaticabile assertore nel filologo tedesco Gerhard Rohlfs".
Nella prefazione dello stesso Marzano tutto parte dal 1889 quando accettò l'incarico di scrivere sugli usi e costumi del Mandamento di Laureana di Borrello, dei suoi pregiudizi, delle sue superstizioni e della sua letteratura popolare.
Qui racconterà del suo dibattito sulla grecità del vocabolario calabrese con il professor Morosi che fece un lavoro "magistrale" sul mandamento di Bova e pubblicato nell'archivio glottologico italiano di Torino.



Nel 1946, Gaetano Fragomeni pubblica il Vocabolarietto comparato; dialetto locrese-italiano  edito dalla tipografia G & G Fabiani.
Nel 1970 Domenico Bonaccurso mette in luce "Parole dialettali di Serra S. Bruno: dizionarietto calabro-italiano" (Tipografia A. Mascilongo a Roma).
Nel 1974 Gabriele Rocca scrive delle "aggiunte" al Vocabolario di Accattatis ed in particolare voci riguardanti Scigliano e Aprigliano.

Nel 1977 l'anno di svolta per i vocabolari italiani, viene pubblicato da Gerhard Rohlfs: "Nuovo Dizionario dialettale della Calabria (in sigla: NDDC), la nuova edizione riveduta del Dizionario Dialettale delle Tre Calabrie con note etimologiche e un'introduzione sulla storia dei dialetti calabresi, in sigla DDTC (Hoepli, Milano 1932-1938).
Come scrisse il professore Paolo Martino: "Prima di lui la storia linguistica della Calabria era la meno conosciuta, ora si può dire che la regione è tra le più documentate dal punto di vista linguistico ed etnografico".

Nel 1987 viene pubblicato il dizionario del dialetto di Castrovillari di B. Battipede edito da "Il Coscile".



Fonte:
  • Guida allo studio dei dialetti calabresi, Michele De Luca, 2016, Ferrari Editore
  • Treccani:  http://www.treccani.it/enciclopedia/policarpo-petrocchi_(Dizionario-Biografico)/
  • Google Libri: https://books.google.it/books?id=c-DXDgAAQBAJ&pg=PA252&lpg=PA252&dq=BATTIPEDE+vocabolario&source=bl&ots=pToEsZBHQX&sig=WY9fw7CBNdliU8a8t56WKdTVCUc&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwitn_iy1f7bAhXL7BQKHalACKYQ6AEINTAC#v=onepage&q=BATTIPEDE%20vocabolario&f=false

venerdì 1 giugno 2018

Grecanico da imparare

La lingua Grecanica o greco di Calabria di cui abbiamo già parlato qui: Grecanico è attualmente inserito come materia di studio presso due piattaforme in lingua inglese per l'insegnamento di lingue straniere. In entrambe il corso di "Greko" è tenuto da Maria Olimpia, una ragazza calabrese, come lei stessa racconta in greko, italiano e inglese nel video di presentazione di se stessa che la lingua è stata appresa da suo padre che scelse di comunicare con loro esclusivamente in questa lingua in via d'estinzione.

Le piattaforme sono Tribalingual.com e Wikitongues.com andiamo a scoprirle in dettaglio!

Tribalingual

La missione di Tribalingual è di facilitare la conservazione dell'eredità culturale intangibile (come appunto le lingue)  concentrandosi inizialmente sulle lingue in pericolo d'estinzione.


Caratteristiche del corso:



Il corso di Greko costa 400 sterline è prevede una introduzione alla lingua, alla poesia e alla canzoni.
Viene supportato dalla "Generalitat de Catalunya" (Il governo della Catalogna comunità autonoma della Spagna) e l'organizzazione non governativa Linguapax international (promuove la diversità lingustica nel mondo: Linguapax) ed è stato finanziato dall'Unione Europa, dalla Commissione europea e  Engaged Humanities (progetto di gemellaggio europeo ENGHUM: Engaged humanities in Europe: Capacity building for participatory research in linguistic-cultural heritage, ovvero:
Scienze umane impegnate in Europa: sviluppo delle capacità per la ricerca partecipativa nel patrimonio linguistico-culturale qui) a sua volta finanziato dal programma europeo di ricerca Horizon 2020.

Il corso è suddiviso in 10 settimane tra grammatica, storia, musica e poesia.

Ultima nota:

L'autore, o meglio l'autrice rinuncia alla sua parcella a favore di Danilo Brancati (Amendolea), Eleonora Petrulli (Chora) e Libero Pentimalli (Gioia Tauro) che volontariamente insegnano Greko ai giovani dei paesi grecanici della Calabria.
 


La pagina del corso di "Greko": Greko su Tribalingual





Wikitongues

L'obiettivo di Wikitongues è di costruire il primo archivio pubblico di ogni lingua del mondo.
La piattaforma è in lingua inglese, spagnola, francese, araba, cinese e russa.
Raccoglie video e racconti orali di oltre 7000 lingue e comunità differenti. I loro video sono pubblicati sotto la licenza Creative Commons (nessun copyright o diritto d'autore), una licenza che permette di ricondividere e riusare il video per scopi non commerciali e quindi anche didattici e da ricondividere con la stessa licenza che consente di pubblicare liberamente anche sull'enciclopedia libera Wikipedia.
Delle lingue materia di studio, hanno elenchi di parole, frasari, dizionari che garantiscano una buona documentazione della stessa e il sostenimento delle piccole comunità.

Hanno sviluppato delle loro tecnologie che usano licenze libere e open source (l'equivalente informatico del Creative Commons) in modo che ogni educatore e attivista possa sviluppare la propria documentazione linguistica per la sua comunità tra cui Poly per la creazione e condivisione di dizionari tra due o più lingue. I parlanti di lingue che non hanno uno standard definito di scrittura, tra cui più di 200 lingue dei segni sono supportate da funzionalità video native.

 Wikitongues collabora con organizzazioni, istituzioni e comunità per promuovere un miglioramento dei servizi intorno alle lingue e migliorare la consapevolezza culturale in tutto il mondo.
In coordinamneto con la Biblioteca pubblica del Queens nella città di New York Wikitongues sta conducendo indagini per produrre  una carta geografica lingustica  delle città col maggior numero di lingue parlate.
La sede di questa organizzazione non profit è a Brooklyn (New York - USA).



Ed ecco il video di presentazione di Maria Vittoria al corso di lingua in greko:





Nonostante  il video di presentazione su youtube non siamo riusciti a trovare nel sito internet alcun riferimento al corso e alle sue caratteristiche

Vi lasciamo con una intervista di Maria Olimpia Squillaci:  intervista


Fonti:
  • Tribalingual
  • WikiTongues  
  • https://languagelearningjourney.wordpress.com/2018/05/27/learning-greko-an-endangered-language-spoken-in-southern-italy/

sabato 26 maggio 2018

Epanalessi?


Nei dialetti calabresi si verifica spesso nel dialogo una reiterazione di lemmi, in particolare di aggettivi e di sostantivi.

Aggettivi:
Es:
  • léggiu lèggiu: leggermente
  • chjanu chjanu: lentamente

Sostantivi:

Il senso della ripetizione da un punto di vista di analisi logico e di "moto a luogo" o "moto per luogo"
  • jiri strati strati
  • jiri casi casi
  • jiri mari mari
In questi esempi si comunica il girovagare per strada, per molte case o per mare.

Potrebbero essere considerati una epanalessi?

Secondo la Treccani, una epanalessi è una figura retorica della famiglia delle ripetizioni, che consiste nel ripetere, raddoppiandoli, una parola o un segmento discorsivo all’interno, al centro o alla fine di una identica unità testuale. Essa tende all’amplificazione emozionale del discorso, dato che il termine ripetuto crea una tensione comunicativa per le operazioni interpretative. 

Lenta lenta lenta va...
Ancora parli, ancora parli, e guardi 
T’amavo. Amavo. Anche per me nel mondo  


Fonte:
Guida allo studio dei dialetti calabresi, Michele De Luca, Ferrari Editore, 2016, p.62
Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/epanalessi_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/ 

sabato 12 maggio 2018

Elenco di vocabolari calabresi ottocenteschi

L'interessante "Guida allo studio dei dialetti calabresi" di Michele De Luca, opera del 2016 edita da Ferrari Editore passa in rassegna numerosi dizionario calabresi valutandone le analisi linguistiche e che partire dal  1862 fino a quello edito nel 1977 da Gerhard Rohlfs: "Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria" hanno contrassegnato gli studi di appassionati e studiosi per le lingue della Calabria.

Il primo in ordine cronologico è quello del medico Franscesco Muja: "Vocabolario calabro-mammolese-italiano destinato alla gioventù per apprendere più facilmente a parlare e scrivere con proprietà italiana".
Anno? 1862, e stampato presso la tipografia Siclari a Reggio Calabria.
L'unica copia esistente  è nella Biblioteca Nazionale di Napoli

Quattordici anni dopo nel 1872 Vincenzo Dorsa pstampa presso la tipografia Migliaccio di Cosenza il glossario: "La tradizione greco-latina nei dialetti della Calabria Citeriore" .
Per la ricerca etimologia si appoggia all'opera del linguista francese Charles du Fresne, sieur du Cange: Glossarium mediae et infimae graecitatis, 1688 (Consultabile integralmente nella nuova edizione  del 1883-1887 di L. Favre qui: http://ducange.enc.sorbonne.fr/ )




Già ai tempi l'autore notava l'uso di "v" al posto di "b", l'uso della gutturale χ (chi greca) o h latina.
Registra una quasi totale assenza del scuono "sci"  eccetto che l'area di Rossano (CS).

Dopo 8 anni Vincenzo Severini pubblica a Castrovillari il suo "Prontuario Moranese-italiano ed italiano-moranese di 400 vocaboli di cose domestiche, scienze, arti e mestieri".
Nel 1885, cinque anni dopo, Teodoro Cetraro pubblica "Ricerche etimologiche su mille voci e frasi del dialetto calabro-lucano.
Un anno dopo è il turno di Francesco Scerbo "Sul Dialetto Calabro" sul dialetto di Marcellinara (CZ) .La sua opera si suddivide in due parti: la prima dedicata alla linguistica e la seconda un vero e proprio vocabolario.

Il primo vocabolario sul dialetto della città di Reggio viene pubblicato nel 1886 da Cesare Morisani: "Vocabolario del dialetto di Reggio Calabria colle corrispondenti parole italiane" mettendo in particolare risalto le parole relative alla lavorazione del Bergamotto. Il noto filologo Gerhard Rohlfs purtroppo non ne era a conoscenza di questa opera.

Il primo vocabolario sulla città di Cosenza viene pubblicato da Antonio D'Andrea nel 1890: "nuovo saggio di nomenclatura calabro-italiana ad uso delle scuole di Calabria Citeriore"



L'anno successivo è il turno del vibonese e di tutta la calabria media; Salvatore Mele pubblica: "L'ellenismo nei dialetti della Calabria Media" edito nella tipografia di F. Raho a Monteleone (oggi VIbo Valentia).



Dal 1895 al 1898 abbiamo la pubblicazione di 3 vocabolari: quello di Raffaele Cotronei: "Vocabolario del dialetto catanzarese" (1895),  quello del maestro elementare Domenico De Cristo: Vocabolario calabro-italiano (1895-1897) che lo pubblicò a Napoli a sue spese nell'arco di due anni. Si concentra sui dialleti della Piana di Gioia Tauro, in particolare di Cittanova.


Il terzo è quello del consentino Luigi Accattatis: "Vocabolario del dialetto calabrese: casalino-apriglianese" che si concentra sul comune di Aprigliano e sui casali nella periferia di Cosenza.
Questa fu l'ultima e più grande opera ottocentesca in materia di linguistica calabrese addirittura l'intento di Accattatis era di: "... un'analisi del suo (dialetto apriglianese) evolversi attraverso il divenire dei secoli. ... L'unicità di questa ricerca è che affonda le radici nel lontano Seicento...".








sabato 5 maggio 2018

Venezianismi nei dialetti calabresi della costa tirrenica

Cos'è un adstrato?

Strato linguistico adiacente, cioè la lingua parlata in un'area confinante con l'area di un'altra lingua, e come tale esercitante su questa un influsso linguistico di vario genere: per es., in età storica, l'etrusco nei confronti del latino di Roma.
o dalla Treccani: adstrato (o astrato) L’insieme degli influssi linguistici di vario genere esercitati da una lingua su un’altra lingua contigua.

 mentre un parastrato?
Per Treccani:  In linguistica, sinon. di adstrato.

Il professor John Basset Tramper individua in un suo articolo del 2007 ben 20 parole identificabili come venezianismi nella parlata della comunità di pescatori di Porto San Marco di Cetraro ed usato sin dall'inizio del XIII secolo da cittadini della Repubblica di Venezia.






Questo è il caso di un adstrato, una minoranza di veneziani che influiscono sul linguaggio locale in quanto molti termini della lingua veneta vengono usati come lingua franca nel Mar Mediterraneo.

Ed ecco le 20 parole:


  1. Amanta, fune della vela
  2. Bbogu, piccolo peschereccio.
  3. Chjaru, parte iniziale della sciabica
  4. Cùorpu, onda alta, cavallone
  5. Masca, lato della sciabica
  6. Mascu, lato di barca
  7. Nassa, tipo di rete
  8. Nagòssa, tipo di rete usato per scaricare pesce
  9. Paròma, parte della sciabica
  10. Riàli, parte di reti
  11. Santina, Sentina (usato anche a Scilla e Reggio Calabria)
  12. Santalinu, canotto, canoa
  13. Saraca, salacca, scialacca
  14. Sarritti, stecche di legno che collegano staminali
  15. Sancunu, parte iniziale della sciabica
  16. Sulavarda, sacco fatto con rete e manico
  17. Tuonica, parte di rete di sciabica con lenze e maglie
  18. Terzaluoru, vela piccola di una barca
  19. Tincune, cernia
  20. Zuzzu, sugo, salsa

In italiano la sciabica è (Treccani):


Rete a strascico, formata da due lunghe ali e da un sacco, usata per la pesca lungo la riva in acque poco profonde: posta in mare da una piccola imbarcazione in modo da formare una specie di semicerchio con la concavità rivolta verso la riva, viene tirata a terra da due squadre di pescatori che gradualmente si avvicinano fino a incontrarsi nel momento in cui il sacco viene tirato a riva



oppure:

Imbarcazione a remi caratterizzata dalla prua particolarmente slanciata, usata per la pesca con la rete omonima. 



Per ulteriori approfondimenti... prossimamente

Fonte:
  • Geostoria linguistica della Calabria di John Bassett Trumper per Aracne Editrice (Ariccia, Roma 2016)
  • http://www.treccani.it/vocabolario/sciabica/ 
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Sciabica

giovedì 26 aprile 2018

voce del verbo ntamari


ntamari, ntamare: contaminare

Dizionario di Rohlfs:
viziare, fare male ad alcuno specialmente all'epidermide
intorpidirsi
avere gran fame
crescere a stento
(dal francese: entamer: intaminare)
ntamatu: malsano, guasto, che cresce a stento

Dizionario del Marzano:
ferire alcuno, specialmente nell'epidermide, divenir malaticcio

Dizionario del Morisani:
ammorbare, diventare malaticcio, malsano

Dizionario del Malara:
viziare, intorpidire, venire a stento, incatozzolire, intristire

Romanisches Etymologisches Wörtherbuch di Wilhelm Meyer-Lübke
ntamari deriva da ĭntamĭnāre attraverso il prestito dall'antico francese entamer o dal provenzale entamar

Nel Dictionnaire etymologique  et historique du français (Edizione Larousse 2011)
Entamer è attestato sin dal 1155 come ferire
Dal latino, intaminare: macchiare, chi deve aver avuto il senso del "tatto", da "tangere": "toccare"
entame (136): Froissart:ferita
                      Widerhold: "prima fetta"

In latino:  "in + tangere", tangere ovvero toccare che deriverebbe dal proto-italico: "*tangō", a sua volta dal proto indoeuropeo: "*teh₂g-.",

Fonte:
  • Vocabolario calabro a cura di John Bassett Trumper,Edizioni dell'Orso p.536-537
  • Dictionnaire etymologique  et historique du français, Edizione Larousse 2011
  • https://en.wiktionary.org/wiki/tangere#Latin 

sabato 14 aprile 2018

I dizionari dialettali

Nel nuovo Vocabolario calabro  del Laboratorio del Vocabolario Etimologico calabrese Volume II di John Bassett Trumper c'è un interessante capitolo sui dizionari dialettali calabresi e i dizionari in generale.

Questo, presumo, perchè a differenza di quanto è comune pensare, un vocabolario non è sempre stato pensato allo stesso mod in maniera analoga quanto il concetto di storia per gli antichi romani fosse diverso dal nostro.

Tra Seicento e Settecento e fino ad Ottocento compreso i vocabolari erano creati per scopi didattici e per indicare attraverso le parole la norma d'uso e facendo riferimenti ad autori illustri come ad esempio il Vocabolario della Crusca.

Nell'Ottocento il Vocabolario di calabrese di Cesare Morisani: "Vocabolario del Dialetto di Reggio Calabria colle corrispondenti parole italiane" non ha uno scopo informativo ma lo scopo di dimostrare attraverso i lemmi riportati la forte "italianità" del dialetto.



Esistono, poi, sempre in quel periodo in Italia le cosiddette "raccolte", sorta di dizionari con respiro regionale che si limitano ad essere una collezione di lemmi senza alcuno scopo normativo.

I dizionari dialettali invece si divino in tre tipologie:
  1. Con scopo ristretto
  2. con scopo didattico
  3. (proto) etnolingustici

 Il primo come "Ricerche etimologiche su Mille Voci e Frasi del Dialetto Calabro-Lucano" è una raccolta di voci molto ristretta su cui lo studioso dell'epoca effettua degli studi scientifici.

Il secondo con lo scopo di insegnare l'italiano mette a confronto le parole dialettali con quelle italiane. Il dizionario ha grandi introduzioni sulla morfologia e la fonetica come ad esempio il Vocabolario Dialettale Calabro-Reggino-Italiano del 1909 di Giovanni Malara.



Il terzo ha lo scopo di contestualizzare i lemmi elencati, di dare un origine ed un significato adeguato al suo uso attraverso studi etnolinguistici. Un esempio? il Vocabolario Calabrese di Luigi Accattatis del 1898.



Vocabolario del dialetto di Reggio Calabria, diCesare Morisani, Arnaldo Forni Editore, 1990 su Amazon: https://www.amazon.it/Vocabolario-dialetto-Reggio-Calabria-anast/dp/8827128050

Fonte: Vocabolario Calabro a cusa di John Bassett Trumper 2017, Edizioni dell'Orso p.XXXI- XXXIX

sabato 7 aprile 2018

Laboratorio del vocabolario etimologico calabrese F - O

A fine 2017 viene pubblicato il seguito del Vocabolario calabro. Laboratorio del dizionario etimologico calabrese. A-E di Vincenzo Padula la cui ultima edizione risale al 2001 (ben 692 pagine) e non è più in vendita.
Il seguito: Vocabolario Calabro. Laboratorio del Vocabolario Etimologico Calabrese. Volume II F-O di 579 pagine è a cura di John Bassett Trumper per Edizioni dell'Orso.



Che cos'è però questo Vocabolario Calabro e chi è Vincenzo Padula?

Vincenzo Padula è un uomo di chiesa nato ad Acri nel 1819 ed oltre ad essere un poeta e un patriota italiano è anche l'autore del "Vocabolario Calabro" che però mai riuscì a terminare.
Vive un periodo che vede lo sviluppo e l'interesse per la lessicografia nonchè per le culture minoritarie come quelle dialettali.
Parte a costruire il suo vocabolario partendo dal dialetto che meglio conosce: quello di Acri.
Nonostante incompiuto, successivamente attinsero da lui il cosentino Luigi Accattatis pubblicandonel 1898 il Vocabolario calabro-italiano e viceversa e Gerhard Rohlfs nel Nuovo Dizionario dialettale della Calabria.
Padula parte dal lemma per poi aggiungere commenti etnolinguistici e molte volte non ne scrive il significato.


Trumper è stato il curatore sia del primo volume (A-E) del 2001 che di questo secondo volume F-O del 2017.

Il curatore apre il dizionario accennando ovviamente all'opera precedente ed anche anticipando una prossima uscita per il terzo ed ultimo volume (P-Z) che noi aspettiamo nonchè una nuova edizione del primo volume per dare unità e continuità all'opera nella sua interezza.

Il primo capitolo è dedicato alla struttura del vocabolario




Sulla natura del lessico



sui dizionari dialettali



una breve bibliografia e il dizionario vero e proprio:



Dove acquistarlo?

  • Edizioni dell'Orso: https://www.ediorso.it/vocabolario-calabro-vol-ii-f-o.html
  • IBS: https://www.ibs.it/vocabolario-calabro-laboratorio-del-vocabolario-libro-vari/e/9788862747806 
  • Amazon: https://www.amazon.it/Vocabolario-Laboratorio-vocabolario-etimologico-calabrese/dp/8862747802/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1522002623&sr=8-2&keywords=vocabolario+calabro
  • Libreria Universitaria: https://www.libreriauniversitaria.it/vocabolario-calabro-laboratorio-vocabolario-etimologico/libro/9788862747806


Fonte:Vocabolario Calabro a cura di John Bassett Tramper (2017)