venerdì 15 dicembre 2017

Carta dei dialetti d'Italia - Vocalismo e consonantismo

Riprendiamo il discorso della Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini



Nell'opera si propose un sistema di trascrizione fonetica, di cui il linguista Michele De Luca propone una versione unicamente per i dialetti calabresi.

Nell'immagine in basso, nella prima colonna ci sono alcune parole in calabrese, nella seconda come le trascrive Rohlfs, nella terza una versione che tiene conto del "parlato", nella quarta colonna la fonetica come rappresentata nella carta dei dialetti d'Italia di Pellegrini (CDI), nella quinta dall'International Phonetic Alphabet (Alfabeto fonetico internazionale) ed infine nella sesta la traduzione in italiano.



Nell'immagine seguente troviamo un quadro del vocalismo come rappresentato nel CDI (carta dei dialetti d'Italia) per la Calabria (di vocalismo siciliano)
Vocalismo siciliano, in alto le vocali latine in basso le siciliane





Ed infine il quadro del consonantismo:

Per chi conoscesse poco la fonetica e i suoi simboli simil-alfabetici, per chi interessato mi contatti che pubblicheremo qualche piccola lezione!


Fonte: 
Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini, 1977 
Guida allo studio dei dialetti calabresi, Michele De Luca, 2016

martedì 5 dicembre 2017

Rubrica parole a caso: ammunzuneddari

Ammunzuneddari, 
 Vocabolario dialettale reggino-italiano, Reggio Calabria, Giovanni Malara, 1909
Ammunzuneddare, 
 Sul dialetto calabro, Francesco Scerbo Firenze 1886

Ammunzunejari, 
 Saggio di un vocabolario calabro italiano  ad uso delle scuole di Lorenzo Galasso, 1924
Dizionario etimologico del dialetto calabrese, Giovanni Battista Marzano, 1928

Ammunziddà. 
Elenco di alcune voci del dialetto calabrese, Domenico Lanza

Ammuzzellare
  Vocabolario del dialetto calabrese, Luigi Accattatis, 1897

Ammucchiare, ammassare

Dal francese: amonceler: mucchio
Amonceler deriva dall'antico francese:  moncel, monceau  :  mucchio   
Dal latino: monticellus: piccolo monte derivativo di mōns, montis.
Parola che deriverebbe dal protoindoeuropeo *men- (montagna). (Confronta: l'antico bretone: monid, Bretone: menez, Cornico: meneth, gallese: mynydd).


Fonte:
Longo Editore                Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Rohlfs, 1977
Larousse.fr                     http://www.larousse.fr/dictionnaires/francais/amonceler/2983
Free english dictionary: https://fr.thefreedictionary.com/amonceler
                                       https://fr.thefreedictionary.com/monceau
                                       https://www.thefreedictionary.com/_/roots.aspx?type=Indo-European&root=men-
Wikitionary.en               https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-Indo-European/men-#Root_3

giovedì 30 novembre 2017

Carta dei dialetti d'Italia e isoglosse


La carta dei dialetti d'Italia in breve CDI, fu una carta redatta da Giovanni Battista Pellegrini nella sua omonima opera del 1977




 Consultabile Qui  e già vista nel video del linguista Trumper Qui
Come si presenta la carta per la Calabria?

Carta dei dialetti d'Italia - Calabria

La parte più in evidenza la suddivisione colorata della regione in due aree, come già abbiamo scritto in passato: la macrosuddivisione in dialetti meridionali intermedi e meridionali estremi


La seconda macro-suddivisione  sono le linee continue rosse affiancate da un numero: le cossidette isoglosse (Vista una prima volta nei Punti d'indagine ALI):

"Un'isoglossa è una linea che, su una carta geografica , "delimita" la zona di un territorio che condivide un tratto linguistico comune, di qualunque tipo esso sia:lessicale, fonetico (in questo caso alcuni usano il termine isofona), morfolofico o sintattico"

 Le isoglosse che attraversano la Calabria sono la:
  • 23 Limite dell'area Lausberg (Affrontato )
  • 24 Limite del vocalismo siciliano
  • 25 Limite meridionalei di -ə in Puglia ed in Calabria (Schwa)
  • 28 Conservazione di nd e mb nel Salento ed in Calabria
  • 29 Limite della mancaza di passato prossimo in Calabria
  • 30 Limite della mancanza di infinito in Calabria

In evidenza le isoglosse del territorio calabrese





Fonti:
Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini, 1977
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Isoglossa consultata il 25-11-2017

sabato 25 novembre 2017

Corretta trascrizione fonematica

La fonematica è la parte della linguistica che studia i fonemi di una lingua.

Il fonema è il suono costituente un'unità fonologica dotata di carattere distintivo, che permette cioè di individuare almeno due parole di sign. diverso (in italiano "p" e "l" sono due f. perché consentono di realizzare due parole distinte come pino e lino.

Dopo questa breve descrizione enciclopedica di fonematica e fonema possiamo iniziare a comprendere il paragrafo "Corretta trascrizione fonematica" della "Guida allo studio dei dialetti calabresi" di Michele De Luca.

Nel paragrafo si tratta appunto che chi scrive in dialetto deve sempre stare attento alla corretta grafia e a cui non si sottrae neanche Gerhard Rohfls. 

Egli prova ad analizzare l'origine etimologica del nome di un quartiere di Reggio Calabria:








In questo caso l'autore fa risalire la parola ad un origine "colta" : ermafrodito. Secondo De Luca questo avrebbe poco a fare con la tradizionale calabrese. 
La deduzione di Rohlfs potrebbe essere una svissta, una pronuncia imprecisa dell'interlocutore, una voce dialettale in parte italianizzata, un idiotismo fonetico, ma anche un refuso tipografico.

Conclusione?
Gli errori generano altri errori e si moltiplicano con facilità perché copiati!
Chi è appassionato di linguistica, ed in dettaglio di fonetica, etimologia etc... ma anche semplicemente vorrebbe scrivere correttamente in dialetto deve stare attento alle insidie di una lingua prettamente orale.




Fonti:
Corriere.it  http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fonematica.shtml
Corriere.it  http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fonema.shtml
Guida allo studio dei dialetti calabresi -  Michele De Luca

domenica 22 ottobre 2017

Dizionario etimologico del dialetto bivongese, 2017


Alla fine di agosto di quest'anno è stato presentato a Bivongi in provincia di Reggio Calabria, un nuovo dizionario:

Il Dizionario Etimologico del dialetto bivongese opera di Damiano Bova ed edita da "Città del sole", Reggio Calabria.



Il nome dato al dizionario fa già intuire il contenuto di questo dizionario: voci appartenenti al dialetto calabrese di Bivongi ed una indagine etimologica per ognuna di esse.

A differenza di diversi dizionari locali, che per lo più si limitano ad essere dei glossari, l'opera di Damiano Bova è un vero e proprio dizionario di 610 pagine.

Presentazione dell'opera


L'opera comincia con una pagina di Presentazione in cui viene descritto chi è Damiano Bova, un frate della comunità di San Nicola a Bari ma nato e cresciuto a Bivongi fino a 27 anni che ha già pubblicato diverse opere ed alcune sulla Calabria, tra cui il saggio storico: "Bivongi nella valle dello Stilaro" del 2008.

Nel capitolo successivo " La lingua nella nostra terra" il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà parla dell'opera citando il cantante locale Peppe Voltarelli e Pier Paolo Pasolini.

Successivamente c'è spazio  per l'introduzione del sindaco di Bivongi Felice Valenti e per la prefazione di Damiano Bova in cui spiega chi è e dove esplicita chiaramente cosa sia l'opera: il risultato di un "amatore della lingua, del costume, della cultura e delle tradizioni del proprio paese, di un curioso estimatore dell'etimologia del proprio primitivo linguaggio" e non un testo scientifico di glottologia.
L'opera è frutto di ciò che Bova ricorda del suo periodo bivongese dalla nascita ai 27 anni che val 1930 al 1960 circa e della consultazione di altre opere dialettali calabresi e del cucigno Vincenzo Bova, oggi residente a Marsala (TP).
Fai poi un breve excursus  sulla storia di Bivongi e dei dintorni descrivendo l'influsso della lingua greca e latina nel dialetto bivongese, influenzato dalla colonia greca di Kaulòn, dal Monastero bizantino di San Giovanni Theresti e dalla Certosa di Serra San Bruno.

Durante la stesura dell'opera e confrontandosi col cugino notò che addirittura per quanto Bivongi sia un piccolo paese tra i 1000 e i 4000 abitanti risulta avere varianze lessicali che variano da quartiere a quartiere.
Avanza una ipotesi che Bivongi sia una sorta di enclave linguistica tra la provincia di Reggio e Catanzaro.
Mette in risalto il fatto che il filologo tedesco Gerhard Rohlfs non abbia mai citato nel suo dizionario Bivongi e i bivongesi a differenza dei vicini paesi di Stilo, Pazzano, Guardavalle e Monasterace.

Si rammarica di non aver potuto anche inserire in fondo all'opera: verbi, detti, motti, cantilene e filastrocche che si prefigge di pubblicare in una sua prossima opera.
Conclude con i ringraziamenti.



Bibliografia
La bibliografia a cui fa affidamento è molto ricca, e citiamo:
  • Accattatis Luigi, Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese) in 3 volumi del 1991
  • Alessio Giovanni, Americanismi in Calabria
  • La stratificazione linguistica nel Bruzio
  • Cortelazzo Manlio, Dizionario etimologico della lingua italiana
  • I riflessi antroponomici della grecità bizantina e metabizantina nella Calabria reggina
  • Ghiotti Candido, Il nuovissimo Ghiotti- Vocabolario italiano-francese e francese-italiano
  • Dizionario etimologico siciliano edito da Herbita (1989)
  • Martino Paolo, Calabro-grecismi non bovesi
  • Due esiti di un grecismo bizantino in Calabria, in L'Italia dialettale, Rivista di Dialettologia italiana
  • Montanari Franco, Vocabolario della lingua greca - Greco Italiano del 2004
  • Mosino Franco, Dal greco antico al greco moderno in Calabria e Basilicata del 1995
  •  Pellegrini Giovan Battista, Gli arabismi nelle lingue neolatine con speciale riguardo all?Italia , 1972
  • Pianigiani Ottorino, Vocabolario etimologico della lingua italiana
  • Rocci Lorenzo, Vocabolario della lingua greca del 2010
  • Rohlfs Gerhard Dizionario dei cognomi e soppranomi in Calabria
  • Rohlfs Gerhard Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria
  • Rohlfs Gerhard Grammatica storica dei dialetti italogreci in Calabria
  • Rohlfs Gerhard Nuovo Dizionario dialettale della Calabria
  • Trumper John B,Scola Anna, Nel regno delle graminacee: un excursus lessico-semantico e geolinguistico della Calabria in Quaderni del dipartimento di Linguistica
  • Varvaro Alberto, Dizionario etimologico del siciliano del 2011-2014
  • Zingarelli Nicola, Vocabolario della lingua italiana - Il Nuovo Zingarelli del 2008

Segue poi un paragrafo dedicato alle "Abbreviazioni e Sigle", alla "Traslitterazione delle lettere greche e latine" e alla Fonetica:
  • Fhj     Hjìgghjiu   figlio
  • Gghj  Hjìgghjiu    figlio
  • Hj      Hjuhhjàra   soffiare
  • Mpf    Mpfilìci      infelice

Alla fine è stato scelto di inserire una serie di elenchi tematici riguardanti Bivongi:
  • Soprannomi bivongesi, 
  • Località bivongesi in ordine "topologico" e alfabetico, 
  • L'elenco di Fiumare, torrenti e valloni
  • Arti e mestieri vecchi e nuovi a Bivongi
  • Attrezzi e strumenti di lavoro
  • Misure antiche
 Infine, le ultime due pagine dell'opera sono un piccolo omaggio a Gerhard Rohlfs con la descrizione della sua biografia.



Acquisto:


Fonti:

domenica 15 ottobre 2017

Betacismo (fonologia 2)



Rohlfs, nel suo Dizionario, tutte le parole che iniziano con B le inserisce insieme a quelle che inziano per V, e giustifica questa azione poichè la maggior parte delle parole che inziano per B hanno un equivalente in V e viceversa.

Es.
  • Barca Varca
  • Bucca Vucca
  • Brazzu Vrazzu




Il fenomeno sotteso a questa duplice grafia ma con lo stesso significato è dovuto al betacismo; un fenomeno fonologico:

designa l'uso del grafema <b> in luogo di <v> (o <u>), e in generale una intercambiabilità di tali lettere, rilevabile nella tarda latinità, in particolare durante il passaggio dal latino alle lingue romanze. Il fenomeno non è solo grafico ma è indice di una confusione tra due suoni che in latino classico erano ben distinti. (Wikipedia)

Treccani riporta:
Dal greco: bētakusmós, all’incirca «il parlare usando il suono corrispondente alla lettera beta»
è il processo fonetico in cui un suono fricativo labio-dentale sonoro /v/ o vocale alta posteriore /u/ muta nel suono occlusivo bilabiale sonoro [b]. Più in generale, in diacronia, si riscontra la diffusa intercambiabilità di tali suoni nel parlato, e di lettere nello scritto, già nella tarda latinità, spec. nel passaggio dal latino alle lingue romanze. La scrittura quindi è la prova che la confusione tra i due suoni, ben distinti in latino classico, è avvenuta su larga scala. Già nel I secolo d.C. le scritte di Pompei riportano, ad es., baliat al posto del latino classico valeat, o berus al posto del latino classico verus.

Calabria, Catanzaro [ˈviu] «vedo» ~ [ˈvivu] «bere»

Anche il Nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano menziona il betacismo come caratteristica dei dialetti meridionali(p.267)

 In alcuni dialetti si vede il fenomeno del betacismo nella coniugazione dei verbi che iniziano per "b" o per "v" quando accompagna da una negazione.
Ad esempio il verbo volere.

  • Voliri
  • Vogghjiu
  • On Bogghjiu

Ad oggi non ho consultato alcun dizionario dialettale in cui sia stata scelta questa impostazione; da un lato perchè è consolidata la tradizione di avere le due lettere ben distinte come in italiano e dall'altro un dizionario calabrese riferito ad un solo paese molto probabilmente utilizzerà solo una delle due versione della parola (es.: o bucca o vucca).

Fonti:
 Nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano
https://it.wikipedia.org/wiki/Betacismo
http://www.treccani.it/enciclopedia/betacismo_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/

domenica 8 ottobre 2017

Metafonesi in Calabria (fonologia 3)

Che cos'è la metafonesi?

La parola composta deriva dal greco meta- e un deriv. del gr. phōn ‘voce’, per calco del ted. umlaut.

E' un fenomeno fonetico presente in Italia soprattutto nei dialetti centrali e meridonali e quindi anche in quelli calabresi.

Consiste nel cambiamento di timbro di una vocale tonica (vocale in cui cade l'accento della parola) per l'influenza della vocale dell'ultima sillaba della parola.

La metafonesi, in origine fenomeno esclusivamente fonetico ora diventa anche un fenomeno morfologico e permette di distinguere il singolare dal plurale ed il femminile dal maschile.

Fisicamente consiste in un innalzamento della posizione della lingua ma può avvenire anche per dittongazione (la creazione di un dittongo: due vocali vicine).

Es.:

Calabrese settentrionale:

Grosso

  • Maschile singolare:    gruossu
  • Maschile plurale:       gruossi
  • Femminile singolare: grossa
  • Femminile plurale:     grosse
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -uo assente al femminile.

Calabrese meridionale:

Bello

  • Maschile singolare:    biedu
  • Maschile plurale:       biedi
  • Femminile singolare: beda
  • Femminile plurale:     bede
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -ie assente al femminile.


Gli esempi mettono in evidenza l'effetto metafonetico delle vocali -i e -u finali che dittongano (ovvero la presenza di due vocali vicini percepita come un singolo fonema).
le vocali aperte  /ɛ / ed /ɔ/ (corrispondenti graficamente a E ed O) .

 La Metafonesi calabrese per Rohlfs


Nel volume di Fonetica della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti Gerhard Rohlfs  discute della questione associando il fenomeno della metafonia con la dittongazione e considerandoli come un unico fenomeno di armonizzazione tra le vocali toniche 'e' e  'u' con le vocali finali 'i' e 'u' molto chiuse.

Nei dialetti calabresi si conserva la ĕ (e breve) come nel singolare di "piede" pĕde, mentre il plurale  pĕdi in alcuni paesi rimane "pedi" in altri "piedi".

Gli ultimi studi 

Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo del Dipartimento di Linguistica – dell' Università della Calabria hanno iniziato un lavoro di mappatura della metafonia in Calabria cominciando dall'area Lausberg (area arcaica calabro-lucana), nell'indagine hanno consultato atlanti dialettali, altri studi linguistici e materiale audio. Hanno verificato inoltre se la metafonia sia avvenuta per innalzamento o per dittongazione; in quest’ultimo caso se è una dittongazione ascendente o discendente.

  I paesi che mostrano metafonia per dittongamento sono certamente quelli più numerosi:
Aieta, Tortora, Laino Borgo, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Scalea, Verbicaro,
Grisolia, San Donato di Ninea.

  I paesi che mostrano metafonia per innalzamento o monottongamento sono: Orsomarso,
Santa Maria del Cedro, Maierà, Diamante, Montegiordano, Amendolara, Villapiana,
Oriolo, Trebisacce

 Riguardo il confronto con la letteratura dialettale per Amendolara il Rensch (1964:18-19) riporta la
contemporanea presenza sia di forme dittongate come [ie] [ou] che di forme monottongate
come [i:] e [u:].

Tale compresenza da noi è stata rilevata invece nei paesi di Papasidero e Buonvicino.
Nel caso di Papasidero, si può notare una metafonia ‘mista’: un dittongamento per le vocali
posteriori, ed un innalzamento o monottongamento ad /i/ per le vocali anteriori forse per le
influenze esercitate dai paesi limitrofi come per esempio Orsomarso e Mormanno (che
presentano metafonia per innalzamento). Sempre riguardo al confronto con la letteratura passata dobbiamo rilevare che per Papasidero in ALI viene attestata solo una forma di metafonia per innalzamento come mostrano le forme [‘bbuno], [ukkje] e [Birmeə].

Buonvicino, che non fa parte dell’area Lausberg, risente anch’esso delle forti influenze
provenienti soprattutto dal paese limitrofo Diamante. Oltre alla metafonia per
dittongamento, in questo paese abbiamo rilevato parole che hanno perso il secondo
elemento del dittongo: PĔRDO, IS > [»pierdu]; MORTUUS, A, UM > [»mu´rtu]; VĔNIO,
IS > [»vi˘¯u].

Conclusioni
Per i paesi di Papasidero, Orsomarso, S. Maria del Cedro, Maierà, Buonvicino, Diamante,
Trebisacce va infatti osservata la differenza di durata della vocale in sillaba aperta e in
sillaba chiusa.
Nei paesi in questione, nella parola [»li˘ttu], per esempio, che un tempo doveva essere [»liet˘u], è caduto il secondo segmento del dittongo /e/, ma la vocale rimasta ha mantenuto intatta la durata originaria del dittongo palesando così un fenomeno riconducibile piuttosto al monottongamento che al semplice innalzamento, favorito da certe condizioni prosodiche come la sillaba chiusa.





Fonti:
  • Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs (p.13-14)
  • Nuovo Manualetto di linguistica italiana di Maurizio Dardano (p.260-265)
  • La metafonia nei dialetti dell’area Lausberg: un’introspezione sulla natura della sillaba di Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo
  • Garzanti linguistica: http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=metafonesi

 

domenica 1 ottobre 2017

Il dialetto è morto, il dialetto è vivo

Ecco di seguito il convegno con titolo  "Il dialetto è morto, il dialetto è vivo " del Dottor John B Trumper professore dell'Università di Cosenza .nell'edizione del 2014 di "Cultura Accanto" con Maria Maddalon
La discussione verte su come considera il dialetto, su cosa sia il dialetto e ripercorrere la storia e lo studio di esso.

Alcuni argomenti affrontati:
  • 6:50    Quintiliano e il dialectus
  • 8:00    Il dialettò italiano, Trissino e Pietro Bembo
  • 12:00  Le 2 visioni del dialetto: Fissità (positiva e negativa) e mutazione (positiva e negativa) 
  • 19:00  Il siciliano come lingua (1200-1800) e nascita di dizionari
  • 21:00  Etnologia e dialettologia
  • 23:00  Carta dei dialetti in Italia del glottologo Giovan Battista Pellegrini
  • 35:00  Cos'è un dialetto e che cos'è una lingua
  • 37:00  Definizione di lingua e dialetto 
  • 44:00  Approccio al dialetto
  • 50:00  Dialetto per scopi artistici, Camilleri e altro ancora





sabato 23 settembre 2017

Le cacuminali (fonologia 1)

#fonologia
Cosa sono le cacuminali? Dette anche retroflesse o invertite o cerebrali.
Come dice l'enciclopedia Treccani ( Cacuminale Treccani ), le consonanti cacuminali sono quelle consonanti che vengono create quando la punta della lingua entra a contatto col palato duro. Le consonanti generate sono:
  • ,
  •  h,  
  • ,  
  • h,
  •  ,
  •  
  •  dd 

A noi interessa in particolare l'ultima cacuminale, perchè le precedenti sono presenti solo nel sanscrito mentre l'ultima nel siciliano, nel salentinom, nel sardo e nel calabrese.

Dall'immagine in alto  vediamo 6 esempi che confrontano l'evoluzione morfologica delle parole dal latino all'italiano (ramo di destra) e dal latino ai dialetti centro-meridionali (ramo di sinistra).

Le consonanti cacuminali sono rappresentate nella figura 6.

la doppia "d" si evolve da una doppia "l" latina.

Esempi:
Bambinello-> Bambineddu
Bellum->Beddu
Caballus-> Cabaddu
Stella -> Stidda

La regola non vale per tutti i dialetti calabresi e neanche per tutte le parole di un dialetto.

A Pazzano (RC) si dice "Biedu" anzichè "Beddu", "Stida" anzichè "Stidda" ma si dice "caddu" per "Caldo"
A Guardavalle (VV) invece la cacuminale è completamente assente: Bello-> Bellu


Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/cacuminale/
Fonte: Nuovo Manualetto di linguistica di Maurizio Dardano, edito da Zanichelli, ristampa dell 2012  San Lazzaro di Savena (Bologna) p.265-266




domenica 17 settembre 2017

31 anni e 5 giorni fa


31 anni e 5 giorni fa moriva il filologo tedesco Gerhard Rohlfs, l'autore di questo dizionario da cui si prende spunto per parlare di dialetti calabresi e di Calabria.
Recentemente il programma Wikiradio di Rai Radio 3 ha dedicato una puntata al filologo tedesco.
la giornalista Patrizia Giancotti ci ricorda la passione del filologo per le lingue romanze, per i dialetti italiani ed in particolare di quelli con influenza greca: i dialetti calabresi e salentini.
Viene evidenziato il rapporto importante che Rohlfs dà alla lingua parlata associata al contesto, il contesto antropologico. La lingua non è solo un mezzo di comunicazione ma un elemento che caratterizza la cultura di chi di quella lingua ne fa uso. Da questo nascono i suoi numerosi studi sul campo (leggasi: Calabria), il conoscere le persone, il conoscere i luoghi, gli strumenti di lavoro, le relazioni, le piccole storie. Immortalare questi scorci di vita attraverso la fotografia.

La trasmissione ci lascia anche con una citazione di Rohlfs (del 1921?) pubblicata in Germania ma di cui non sono riuscito a trovare traccia della fonte originale!




Calabria!
Quali foschi e raccapriccianti ricordi non si destano in Germania
al pronunciare del nome di questo estremo ed inaccessibile nido del brigantaggio!
Quale ripugnanza ed orrore non persistono tuttavia, anche a Milano e a Roma,
per questa terra famosa, dolorante e malnata;
così miseramente ed ingustamente dallo Stato negletta...
In questa Terra infiltrata della cultura di parecchi secoli, e in cui tante nazioni si 
avvicendarono l'una dopo l'altra,
ogni fiume, ogni pietra, ogni paesello annidato su di una rupre rappresenta quakche cosa piena di memorie storiche;
e da tutta la superficie sua spira come un soffio di antico e venerabile tempo.

Qui allego la bibliografia delle pubblicazioni di Gerhard Rohlfs per chi avesse tempo e voglia di trovare la fonte in tedesco di predetta dedica.

domenica 3 settembre 2017

Comunità albanese in Calabria - Gli Arbëreshë e la loro lingua (parte 2)




L'ultima indagine sull'uso dell'Arbereshe è antecedente al 1946, e da allora sono state fatte solo ricerche parziali tra cui quella di Kalus Rother del 1966 (Gambarara 1980) in cui afferma che il 70% delle comunità parla arbereshe mentre il 30% è italofono o dialettofono. con picchi del 78% nella valle del Crati (inchiesta Birken-Silverman deò 1989-1992.

Attualmente (2015) la comunità Arbereshe è composta da 100.000 persone ed il 60% -70% conosce la propria varietà di arbereshe in condizioni di bilinguismo con la parlata locale  e con un repertorio linguistico medio-basso.

L'arbereshe è riconosciuto dallo stato italiano come minoranza linguistica dalla legge 482, viene riconosciuto nella scuola ed è ammeso nell'amministrazione. Ad oggi sono disponibili testi e grammatiche in arbereshe nonchè audio, video e giornali.
Nel complesso la lingua Arbereshe  ha una buona vitalità ma non è esente da rischi,
Nell'università della Calabria nasce la cattedra  di Lingua e letteratura albanese tenuta prima da Francesco Solano e ora da Francesco Altimari.

 L'interessante articolo del 2015 di Leonardo Maria Savoia dell'Università di Firenze: "La minoranza linguistica Arbereshe" descrive il percorso storico di questa lingua e di come sia stata tentata una sistemazione tassonomica delle varietà di questa lingua citando Cabej (1976:21) :

"Accanto a spartizioni e ramificazioni di unità dialettali originarie vi è stata [...] anche una mescolanza dialettale [...] Accanto alla divergenza ha operato così la convergenza.

La minoranza viene analizzata per i seguenti punti:

  • Individuazione di sottogruppi dialettali
  • Comparsa di costrutti grammaticali nuovi
  • Ruolo dei prestiti

Come da carta, vengono individuate alcune variazioni:


 La Comparsa di costrutti grammaticali nuovi come nel dialetto di Barile in Lucania con la sua struttura causativa ed il ruolo dei prestiti dai dialetti romanzi risultano integrarsi nel sistema grammaticale arberesh salvo eccezioni come a Vena di Maida dove la morfologia albanese è associata alla radice romanza

Dizionari e grammatiche arberesh:

  • Grammatica della parlata degli arbereshe di Piana degli albanesi (Palermo): http://www.arbitalia.it/lingua/gerbino_grammatica_piana_albanesi/gerbino_grammatica.pdf
  • Dizionario arberesh - italiano della parlata arbereshe di Piana degli albanesi (Gaetano Gerbino 2010) Su Scribd: https://pt.scribd.com/document/341238941/Diccionario-Arberesh-italiano-pdf
  • Dizionario italiano  - arberesh della parlata arbereshe di Piana degli albanesi (Gaetano Gerbino 2010Su Scribd: https://pt.scribd.com/doc/122809103/Dizionario-italiano-arberesh-della-parlata-di-Piana-degli-Albanesi
  • Dizionario arberesh di Ururi (Campobasso) (Giuseppe Fiorilli 2002): http://www.vatrarberesh.it/biblioteca/ebooks/dizionario.pdf

Fonte. https://flore.unifi.it/retrieve/handle/2158/1001636/34440/Teramo%20Atti-%20La%20minoranza%20linguistica%20arbereshe.pdf

giovedì 13 luglio 2017

Le popolazioni di Calabria (Parte I - Gli ebrei)



Giovanni Fiore da Cropani nella sua "Della Calabria Illustrata" descrive le popolazioni presente in Calabria ai suoi tempi nel XVII secolo...
Gli appare una " ...terra latina, in cui si parla quasi ovunque il volgare italiano; è un dialetto farcito di grecismi, ma non credo se ne sia accorto nessuno  fino al moderno sviluppo della glottologia.".

 Giovanni Fiore è a conoscenza che Rossano sino a poco tempo fa fosse abitata da greci, giudei e italiani ma ormai ridotti a soli italiani. A Belcastro fa menzione di latini, giudei e greci, di cui si ha traccia anche in alcune carte.
"...nel 1493 , rabi Soledo vendè un suo fondo ad un cristiano; onde poi partiti, la lor sinagoga venne tramutata in una chiesa, e consagrata a s. Cataldo."

La presenza di ebrei in Calabria è molto antica, resti di sinagoghe dell'età classica sono stati rinvenuti nel reggino. Toponimi come Giudecca o Porta Giudaica sono comuni.

Come gestori dell'intermediazione finanziaria erano richieste dalle popolazioni e dai comuni.
Nel XVI secolo il viceré tentò di cacciarla scatenando sommosse.

Tuttavia col passare del tempo molti dovettero lasciare il regno o assimilarsi alla popolazione.

Giovanni Fiore dice:

"Vennero quelli la prima volta circa il 1200 ed abitarono a Corogliano, da dove poi allargati si stabilirono a Cosenza, Belcastro, Taverna la Montana, Simmari, Tropea, Cotrone, Squillaci, Reggio; singolarmente in Catanzaro; ed in sì gran numero che bastarono a populare contrade intiere, sicché n'acquistavano il nome di Giudeche ..:"

"Vennero la seconda volta, come scrive Mambrin Roseo, l'anno 1492 all'ora che cavati dalle Spagne ne scesero in Calabria 4000 famiglie, le quali frammiscate con le più antiche, e concittadine oltre più si stesero in altre parti. E vi fiorirono per numero, e per ricchezze, finché il dominio spagnuolo, a tutti lor diede l'esilio."

Si possono trovare ulteriori informazioni sul blog: Calabriajudaica: http://calabriajudaica.blogspot.it/

Un articolo del primo ottobre 2016 che afferma che "Almeno il 40 per cento dell'odierna popolazione calabrese discende da ebrei costretti a scegliere il cristianesimo per forza o per necessità", si trovano tracce di un passato giudaico a :
  • Reggio, 
  • Cosenza, 
  • Crotone, 
  • Lamezia, 
  • Bova, 
  • Castrovillari, 
  • Rossano,
  • Corigliano, 
  • Cassano, 
  • Montalto. 
  • Cirò, 
  • Taverna, 
  • Tropea
Barbara Aiello, l'unica rabbina d'Italia ha aperto dal 2007 una sinagoga a Serrastretta (CZ)

Fonte: Dalla sinagoga di Serrastretta l'unica rabbina donna d'Italia
Fonte: Ebrei: a Serrastretta unica sinagoga esistente in Calabria
Fonte: Shabbat in Calabria 

Fonte: Giovanni Fiore da Cropani Tomo III a cura di Ulderico Nisticò - 2001 Rubbettino Editore p. 625 - 626

sabato 8 luglio 2017

Lingua osca - parte 2

Nel terzo capitolo di Geostoria linguistica della Calabria di John B. Trumper da titolo: "La presenza del lessico osco"  si trova un nutrito elenco di termini osci con accurata analisi etimologica.

  • Alapa
  • Litìernu
  • Muntuni ascuni
  • asulijari o avusulijari o avurzulijari
  • mafrune, mafruni, mafruna
  • bbruttu
  • buffa
  • Ciculijari
  • Cicune, Cicuni
  • Circìelli o ciarcìelli

Dante e la Calabria

Al comitato provinciale della Società Dantesca italiana, che costituitosi in Bologna sotto la presidenza di Giosuè Carducci...faceva conoscere che l'opera del comitato dovrebbe... intendere la raccolta dei materiali di studio..

Ora, io vorrei, per quanto mi è consentito dalle mie forze, dire non pure del dialetto calabrese nella Comemdia ma di tutti i passi (non molti) concertnenti i nomi de' luoghi e delle eprsone rammentati da Dante; di tutte le traduzioni che di parecchi canti del sacro poema si son fatte in dialetto calabro;

Non io certamente seguo l'opinione combattuta da Giovan Battista Vico e dal Manzoni che Dante abbia nel suom poema raccolto i parlari di tutti dialetti d'Italia; ma si quella di valenti filologi moderni ...
Il signor Apollo Lumini nota 59 vocaboli calabresi nella Divina Commedia e i principali sono i seguenti ch'io riporto con parecchie osservazioni ed aggiunte e con qualche esempio:


  • Accattare
  • Affruntare
  • Aggiustare
  • Alleggiare
  • Allumare
  • Amaru
  • Ammucciare
  • A munte
  • Andi
  • Appriessu
  • Assittare
  • Astutare
  • Cavune
  • Cima
  • Cummattere
  • Cupare
  • Donnu
  • Frate e Suoru
  • Gravare
  • Jumara
  • Mansu
  • Mantu
  • Pisule
  • Riciettu
  • Staglaire
  • Suppa
  • Vacante

Fonte: Dante e la Calabria. Studio di S. De Chiara, Cosenza 1894

giovedì 29 giugno 2017

Comunità albanese in Calabria - Gli Arbëreshë e la loro lingua (parte 1)

La lingua arbëreshe (gluha arbëreshe o arbërishtja nelle parlate albanesi locali) è la lingua parlata dalla minoranza etno-linguistica albanese d'Italia. Appartenente al gruppo della lingua albanese, è una varietà linguistica della parlata del sud dell'Albania (tosk) da dove ha avuto origine in massa la diaspora.
Gli arbëreshë, discendenti delle popolazioni albanesi che in varie ondate, a partire dalla seconda metà del XV secolo, migrarono dall'Albania, dall'Epiro e dalle numerose comunità albanesi della Morea verso l'Italia Meridionale e insulare, sono circa 100.000 persone.

Arberia viene definita tutta l'area geografica che comprende la minoranza etnico-linguistica arbëreshë
rappresentata nell'immagine qui sotto:



Il termine Arbëria tra gli arbereshe fino al XV secolo indicava l'Albania, ora invece chiamata col termine moderno: Shqipëria.
Il numero di comunità arbëreshë più numerose si trova in Calabria (33 comunità)  ed in particolare nella Provincia di Cosenza, 3 in provincia di Crotone e 2 in provincia di Catanzaro:


  • Acquaformosa (CS) 
  • Cantinella (CS)
  • Caraffa di Catanzaro (CZ)
  • Carfizzi (KR)
  • Castroregio (CS)
  • Cavalerizzo (CS)
  • Cerzeto (CS)
  • Civita (CS)
  • Eianina (CS)
  • Falconara Albanese (CS)
  • Farneta CS)  
  • Firmo (CS)
  • Firmoza - Andali (CZ)  
  • Frascineto (CS)
  • Kantinela (Fraz. di Corigliano Calabro) (CS)
  • Lungro (CS)
  • Macchia Albanese (CS) 
  • Marcedusa (CZ)
  • Marri - San Benedetto Ullano (CS)
  • Pallagorio (KR)
  • Plataci (CS)
  • San Basile (CS)
  • San Cosmo Albanese (CS) 
  • San Demetrio Corone (CS) 
  • San Giacomo (CS)
  • San Giorgio Albanese (CS)
  • San Martino di Finita (CS)
  • San Nicola dell'Alto (KR) 
  • Santa Caterina Albanese (CS)
  • Santa Sofia d'Epiro (CS) 
  • Spezzano Albanese (CS)  
  • Vaccarizzo Albanese (CS)
  • Vena di Maida (CZ)

La lingua albanese in Italia è tutelata dallo Stato in base alla legge-quadro n. 482 del 15 dicembre 1999.

La lingua arbëreshe, anche detta "arberesco"[8][9], si è conservata e poco evoluta in cinquecento anni, mantenendo la struttura fonetica e morfosintattica d'origine. L'aspetto interessante è che, essendosi distaccata dall'Albania e dalla Grecia durante le diaspore albanesi avvenute a partire dalla fine del Quattrocento, essa si presenta sostanzialmente immutata, con tratti arcaici della lingua albanese e altre caratteristiche del tosco, con prestiti linguistici dal greco, e più recentemente dai dialetti meridionali, ma non influenzata dalla lingua degli invasori turchi, come invece è accaduto per l'albanese parlato in Albania.

 Evoluzione


e la loro ubicazione geografica:




Fonetica

L'arbëresh, come l'albanese, ha 7 vocali: a, e, ë, o, i, y, u. La differenza è che la y arbëreshe si pronunzia come la i italiana di "indaco", mentre la y albanese si rende con lo stesso suono della ü tedesca


1)     Trasformazione  h > gh  ( Es: njoh > njogh )                                                                                                               Falconara Albanese (CS) – San Cosmo Albanese (CS) – San Giorgio Albanese (CS) –                                                            San Demetrio Corone (CS) – Macchia Albanese (CS) – Vaccarizzo Albanese (CS) – Marri (CS) –  Santa Sofia d'Epiro (CS)
2)     Trasformazione  ë tonica > a  ( Es: këmba > kamba )                                                                                                  Vaccarizzo Albanese (CS) – Caraffa di Catanzaro (CZ) – Vena di Maida (CZ)
3)     Trasformazione  ë tonica > o  ( Es: këmba > komba )                                                                                                        Pallagorio (KR) – San Nicola dell'Alto (KR) – Carfizzi (KR) – San Basile (CS)      


 

Il museo etnico arbereshe di Civita (CS): clicca qui
Museo del Costume e del Territorio di Santa Sofia d'Epiro: clicca qui

 
 Giulo peta racconta la gjitonia arbëreshë



Thuajme Arbereshe oggi



Canti arbëresh a Civita (CS)



Abbigliamento tradizionale arbereshe




Fonte:
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_arb%C3%ABreshe 
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_arbëreshe