domenica 11 novembre 2018

Ghjegghjari

 Ilir Meta attuale presidente dell'Albania, 5 giorni (6 novembre) fa era in visita all'Università della Calabria a Cosenza, grazie alla volontà del professor Francesco Altimari che dirige il Laboratorio di Albanologia del Dipartimento Culture, Educazione e Società.
Il Presidente albanese ha conferito la medaglia d'onore al professor Francesco Altimari, "per i suoi meriti e il suo impegno nella diffusione e nella promozione del patrimonio linguistico e culturale albanese".

Della comunità albanese in Calabria e della loro lingua l'arbëreshë avevamo già parlato l'anno scorso: qui e qui, in occasione di questo evento riprendiamo la parola con cui venivano riconosciuti gli italo-albanesi



Ghjegghjaru, plurale: Ghjegghjari nome con cui vengono chiamati gli albanesi di Calabria
ma anche semplicemente gghjegghjiu o ghjengghjiu (Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006) mentre Rohlfs dà la semplice definizione di balbuziente (Per lo meno a Montauro). Il termine è presente anche a Bivongi (RC) dove Damiano Bova (Dizionario etimologico del dialetto bivongese) dà come prima definizione: "Italo albanese" e in senso figurato: "balbuziente", "mezzo muto", "incomprensibile", "strano".

Per la parola Ghjegghji sempre Bova scrive:

Nome che si dà agli Italo-albanesi di Calabria, fuggiti dal XVI secolo in poi, dall'Albania a causa dell'invasione turca. La loro lingua parlata è l'arberisht degli Arbereshe, cioè una delle antiche lingue del tosco (toskë) antico, il dialetto  dell'Albania meridionale.
In qualche centro (abitato ndr) è un dialetto misto con inflessioni tratte dal ghego  (gegë), dialetto dell'Albania settentrionale.
Nell'Italia meridionale ha subito le contaminazioni a contatto con i dialetti che hanno ereditato la permanenza della lingua greca sia della prima ellenizzazione (magno greca) sia della seconda (bizantina).


L'etimo secondo Bova deriverebbe da ghego, il dialetto parlato nell'Albania settentrionale.
Secondo Il dizionario etimologico indoeuropeo di Julius Pokorny. l'origine di ghegho è invece incerta, potrebbe derivare da un proto-albanese *ghaughau̯, dopo un suono onomatopeico in opposizione a shqip (lingua chiara, comprensibile). Confrontare: gaga (verso dell'oca), e gatë (“airone).
In alternativa potrebbe derivare dal greco antico  γίγας (gígas, gigante), dalla mitologia omerica (i  giganti dei monti Acrocerauni in Albania), probabilmente denotando l'invasione delle tribù che scendevano in Grecia dal nord.


Da notare come anche le comunità calabresi a fronte di una nuova comunità parlante una lingua sconosciuta identifica sostanzialmente la popolazione con un nome onomatopeico che ha il significato nella comunità di qualcuno affetto da balbuzie ovvero anziché parlare di balbettare. Simile al barbaro romano e greco: barbărus, gr. βάρβαρος.



Per chi volesse approfondire la cultura albanese in Calabria c'è il seguento libro:

La Calabria albanese di Fulvio Mazza (Rubbettino Editore, 2013)

Qui sulla Treccani altre informazioni: Comunità albanese


Fonte:

  • Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Rohlfs,  Terza Edizione, 1996
  •  Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006
  • Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Bova, 2017 
  • Indogermanisches Etymologisches Wörterbuch, J. Pokorny, 1959, Bern : Francke
  • Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/balbuziente/
  • Treccani. http://www.treccani.it/vocabolario/barbaro/ 
  • Wikizionario:   https://en.wiktionary.org/wiki/geg%C3%AB
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_tosca
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_ghega


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