domenica 22 ottobre 2017

Dizionario etimologico del dialetto bivongese, 2017


Alla fine di agosto di quest'anno è stato presentato a Bivongi in provincia di Reggio Calabria, un nuovo dizionario:

Il Dizionario Etimologico del dialetto bivongese opera di Damiano Bova ed edita da "Città del sole", Reggio Calabria.



Il nome dato al dizionario fa già intuire il contenuto di questo dizionario: voci appartenenti al dialetto calabrese di Bivongi ed una indagine etimologica per ognuna di esse.

A differenza di diversi dizionari locali, che per lo più si limitano ad essere dei glossari, l'opera di Damiano Bova è un vero e proprio dizionario di 610 pagine.

Presentazione dell'opera


L'opera comincia con una pagina di Presentazione in cui viene descritto chi è Damiano Bova, un frate della comunità di San Nicola a Bari ma nato e cresciuto a Bivongi fino a 27 anni che ha già pubblicato diverse opere ed alcune sulla Calabria, tra cui il saggio storico: "Bivongi nella valle dello Stilaro" del 2008.

Nel capitolo successivo " La lingua nella nostra terra" il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà parla dell'opera citando il cantante locale Peppe Voltarelli e Pier Paolo Pasolini.

Successivamente c'è spazio  per l'introduzione del sindaco di Bivongi Felice Valenti e per la prefazione di Damiano Bova in cui spiega chi è e dove esplicita chiaramente cosa sia l'opera: il risultato di un "amatore della lingua, del costume, della cultura e delle tradizioni del proprio paese, di un curioso estimatore dell'etimologia del proprio primitivo linguaggio" e non un testo scientifico di glottologia.
L'opera è frutto di ciò che Bova ricorda del suo periodo bivongese dalla nascita ai 27 anni che val 1930 al 1960 circa e della consultazione di altre opere dialettali calabresi e del cucigno Vincenzo Bova, oggi residente a Marsala (TP).
Fai poi un breve excursus  sulla storia di Bivongi e dei dintorni descrivendo l'influsso della lingua greca e latina nel dialetto bivongese, influenzato dalla colonia greca di Kaulòn, dal Monastero bizantino di San Giovanni Theresti e dalla Certosa di Serra San Bruno.

Durante la stesura dell'opera e confrontandosi col cugino notò che addirittura per quanto Bivongi sia un piccolo paese tra i 1000 e i 4000 abitanti risulta avere varianze lessicali che variano da quartiere a quartiere.
Avanza una ipotesi che Bivongi sia una sorta di enclave linguistica tra la provincia di Reggio e Catanzaro.
Mette in risalto il fatto che il filologo tedesco Gerhard Rohlfs non abbia mai citato nel suo dizionario Bivongi e i bivongesi a differenza dei vicini paesi di Stilo, Pazzano, Guardavalle e Monasterace.

Si rammarica di non aver potuto anche inserire in fondo all'opera: verbi, detti, motti, cantilene e filastrocche che si prefigge di pubblicare in una sua prossima opera.
Conclude con i ringraziamenti.



Bibliografia
La bibliografia a cui fa affidamento è molto ricca, e citiamo:
  • Accattatis Luigi, Vocabolario del dialetto calabrese (casalino-apriglianese) in 3 volumi del 1991
  • Alessio Giovanni, Americanismi in Calabria
  • La stratificazione linguistica nel Bruzio
  • Cortelazzo Manlio, Dizionario etimologico della lingua italiana
  • I riflessi antroponomici della grecità bizantina e metabizantina nella Calabria reggina
  • Ghiotti Candido, Il nuovissimo Ghiotti- Vocabolario italiano-francese e francese-italiano
  • Dizionario etimologico siciliano edito da Herbita (1989)
  • Martino Paolo, Calabro-grecismi non bovesi
  • Due esiti di un grecismo bizantino in Calabria, in L'Italia dialettale, Rivista di Dialettologia italiana
  • Montanari Franco, Vocabolario della lingua greca - Greco Italiano del 2004
  • Mosino Franco, Dal greco antico al greco moderno in Calabria e Basilicata del 1995
  •  Pellegrini Giovan Battista, Gli arabismi nelle lingue neolatine con speciale riguardo all?Italia , 1972
  • Pianigiani Ottorino, Vocabolario etimologico della lingua italiana
  • Rocci Lorenzo, Vocabolario della lingua greca del 2010
  • Rohlfs Gerhard Dizionario dei cognomi e soppranomi in Calabria
  • Rohlfs Gerhard Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria
  • Rohlfs Gerhard Grammatica storica dei dialetti italogreci in Calabria
  • Rohlfs Gerhard Nuovo Dizionario dialettale della Calabria
  • Trumper John B,Scola Anna, Nel regno delle graminacee: un excursus lessico-semantico e geolinguistico della Calabria in Quaderni del dipartimento di Linguistica
  • Varvaro Alberto, Dizionario etimologico del siciliano del 2011-2014
  • Zingarelli Nicola, Vocabolario della lingua italiana - Il Nuovo Zingarelli del 2008

Segue poi un paragrafo dedicato alle "Abbreviazioni e Sigle", alla "Traslitterazione delle lettere greche e latine" e alla Fonetica:
  • Fhj     Hjìgghjiu   figlio
  • Gghj  Hjìgghjiu    figlio
  • Hj      Hjuhhjàra   soffiare
  • Mpf    Mpfilìci      infelice

Alla fine è stato scelto di inserire una serie di elenchi tematici riguardanti Bivongi:
  • Soprannomi bivongesi, 
  • Località bivongesi in ordine "topologico" e alfabetico, 
  • L'elenco di Fiumare, torrenti e valloni
  • Arti e mestieri vecchi e nuovi a Bivongi
  • Attrezzi e strumenti di lavoro
  • Misure antiche
 Infine, le ultime due pagine dell'opera sono un piccolo omaggio a Gerhard Rohlfs con la descrizione della sua biografia.



Acquisto:


Fonti:

domenica 15 ottobre 2017

Betacismo (fonologia 2)



Rohlfs, nel suo Dizionario, tutte le parole che iniziano con B le inserisce insieme a quelle che inziano per V, e giustifica questa azione poichè la maggior parte delle parole che inziano per B hanno un equivalente in V e viceversa.

Es.
  • Barca Varca
  • Bucca Vucca
  • Brazzu Vrazzu




Il fenomeno sotteso a questa duplice grafia ma con lo stesso significato è dovuto al betacismo; un fenomeno fonologico:

designa l'uso del grafema <b> in luogo di <v> (o <u>), e in generale una intercambiabilità di tali lettere, rilevabile nella tarda latinità, in particolare durante il passaggio dal latino alle lingue romanze. Il fenomeno non è solo grafico ma è indice di una confusione tra due suoni che in latino classico erano ben distinti. (Wikipedia)

Treccani riporta:
Dal greco: bētakusmós, all’incirca «il parlare usando il suono corrispondente alla lettera beta»
è il processo fonetico in cui un suono fricativo labio-dentale sonoro /v/ o vocale alta posteriore /u/ muta nel suono occlusivo bilabiale sonoro [b]. Più in generale, in diacronia, si riscontra la diffusa intercambiabilità di tali suoni nel parlato, e di lettere nello scritto, già nella tarda latinità, spec. nel passaggio dal latino alle lingue romanze. La scrittura quindi è la prova che la confusione tra i due suoni, ben distinti in latino classico, è avvenuta su larga scala. Già nel I secolo d.C. le scritte di Pompei riportano, ad es., baliat al posto del latino classico valeat, o berus al posto del latino classico verus.

Calabria, Catanzaro [ˈviu] «vedo» ~ [ˈvivu] «bere»

Anche il Nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano menziona il betacismo come caratteristica dei dialetti meridionali(p.267)

 In alcuni dialetti si vede il fenomeno del betacismo nella coniugazione dei verbi che iniziano per "b" o per "v" quando accompagna da una negazione.
Ad esempio il verbo volere.

  • Voliri
  • Vogghjiu
  • On Bogghjiu

Ad oggi non ho consultato alcun dizionario dialettale in cui sia stata scelta questa impostazione; da un lato perchè è consolidata la tradizione di avere le due lettere ben distinte come in italiano e dall'altro un dizionario calabrese riferito ad un solo paese molto probabilmente utilizzerà solo una delle due versione della parola (es.: o bucca o vucca).

Fonti:
 Nuovo manualetto di linguistica di Maurizio Dardano
https://it.wikipedia.org/wiki/Betacismo
http://www.treccani.it/enciclopedia/betacismo_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/

domenica 8 ottobre 2017

Metafonesi in Calabria (fonologia 3)

Che cos'è la metafonesi?

La parola composta deriva dal greco meta- e un deriv. del gr. phōn ‘voce’, per calco del ted. umlaut.

E' un fenomeno fonetico presente in Italia soprattutto nei dialetti centrali e meridonali e quindi anche in quelli calabresi.

Consiste nel cambiamento di timbro di una vocale tonica (vocale in cui cade l'accento della parola) per l'influenza della vocale dell'ultima sillaba della parola.

La metafonesi, in origine fenomeno esclusivamente fonetico ora diventa anche un fenomeno morfologico e permette di distinguere il singolare dal plurale ed il femminile dal maschile.

Fisicamente consiste in un innalzamento della posizione della lingua ma può avvenire anche per dittongazione (la creazione di un dittongo: due vocali vicine).

Es.:

Calabrese settentrionale:

Grosso

  • Maschile singolare:    gruossu
  • Maschile plurale:       gruossi
  • Femminile singolare: grossa
  • Femminile plurale:     grosse
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -uo assente al femminile.

Calabrese meridionale:

Bello

  • Maschile singolare:    biedu
  • Maschile plurale:       biedi
  • Femminile singolare: beda
  • Femminile plurale:     bede
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -ie assente al femminile.


Gli esempi mettono in evidenza l'effetto metafonetico delle vocali -i e -u finali che dittongano (ovvero la presenza di due vocali vicini percepita come un singolo fonema).
le vocali aperte  /ɛ / ed /ɔ/ (corrispondenti graficamente a E ed O) .

 La Metafonesi calabrese per Rohlfs


Nel volume di Fonetica della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti Gerhard Rohlfs  discute della questione associando il fenomeno della metafonia con la dittongazione e considerandoli come un unico fenomeno di armonizzazione tra le vocali toniche 'e' e  'u' con le vocali finali 'i' e 'u' molto chiuse.

Nei dialetti calabresi si conserva la ĕ (e breve) come nel singolare di "piede" pĕde, mentre il plurale  pĕdi in alcuni paesi rimane "pedi" in altri "piedi".

Gli ultimi studi 

Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo del Dipartimento di Linguistica – dell' Università della Calabria hanno iniziato un lavoro di mappatura della metafonia in Calabria cominciando dall'area Lausberg (area arcaica calabro-lucana), nell'indagine hanno consultato atlanti dialettali, altri studi linguistici e materiale audio. Hanno verificato inoltre se la metafonia sia avvenuta per innalzamento o per dittongazione; in quest’ultimo caso se è una dittongazione ascendente o discendente.

  I paesi che mostrano metafonia per dittongamento sono certamente quelli più numerosi:
Aieta, Tortora, Laino Borgo, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Scalea, Verbicaro,
Grisolia, San Donato di Ninea.

  I paesi che mostrano metafonia per innalzamento o monottongamento sono: Orsomarso,
Santa Maria del Cedro, Maierà, Diamante, Montegiordano, Amendolara, Villapiana,
Oriolo, Trebisacce

 Riguardo il confronto con la letteratura dialettale per Amendolara il Rensch (1964:18-19) riporta la
contemporanea presenza sia di forme dittongate come [ie] [ou] che di forme monottongate
come [i:] e [u:].

Tale compresenza da noi è stata rilevata invece nei paesi di Papasidero e Buonvicino.
Nel caso di Papasidero, si può notare una metafonia ‘mista’: un dittongamento per le vocali
posteriori, ed un innalzamento o monottongamento ad /i/ per le vocali anteriori forse per le
influenze esercitate dai paesi limitrofi come per esempio Orsomarso e Mormanno (che
presentano metafonia per innalzamento). Sempre riguardo al confronto con la letteratura passata dobbiamo rilevare che per Papasidero in ALI viene attestata solo una forma di metafonia per innalzamento come mostrano le forme [‘bbuno], [ukkje] e [Birmeə].

Buonvicino, che non fa parte dell’area Lausberg, risente anch’esso delle forti influenze
provenienti soprattutto dal paese limitrofo Diamante. Oltre alla metafonia per
dittongamento, in questo paese abbiamo rilevato parole che hanno perso il secondo
elemento del dittongo: PĔRDO, IS > [»pierdu]; MORTUUS, A, UM > [»mu´rtu]; VĔNIO,
IS > [»vi˘¯u].

Conclusioni
Per i paesi di Papasidero, Orsomarso, S. Maria del Cedro, Maierà, Buonvicino, Diamante,
Trebisacce va infatti osservata la differenza di durata della vocale in sillaba aperta e in
sillaba chiusa.
Nei paesi in questione, nella parola [»li˘ttu], per esempio, che un tempo doveva essere [»liet˘u], è caduto il secondo segmento del dittongo /e/, ma la vocale rimasta ha mantenuto intatta la durata originaria del dittongo palesando così un fenomeno riconducibile piuttosto al monottongamento che al semplice innalzamento, favorito da certe condizioni prosodiche come la sillaba chiusa.





Fonti:
  • Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs (p.13-14)
  • Nuovo Manualetto di linguistica italiana di Maurizio Dardano (p.260-265)
  • La metafonia nei dialetti dell’area Lausberg: un’introspezione sulla natura della sillaba di Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo
  • Garzanti linguistica: http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=metafonesi

 

domenica 1 ottobre 2017

Il dialetto è morto, il dialetto è vivo

Ecco di seguito il convegno con titolo  "Il dialetto è morto, il dialetto è vivo " del Dottor John B Trumper professore dell'Università di Cosenza .nell'edizione del 2014 di "Cultura Accanto" con Maria Maddalon
La discussione verte su come considera il dialetto, su cosa sia il dialetto e ripercorrere la storia e lo studio di esso.

Alcuni argomenti affrontati:
  • 6:50    Quintiliano e il dialectus
  • 8:00    Il dialettò italiano, Trissino e Pietro Bembo
  • 12:00  Le 2 visioni del dialetto: Fissità (positiva e negativa) e mutazione (positiva e negativa) 
  • 19:00  Il siciliano come lingua (1200-1800) e nascita di dizionari
  • 21:00  Etnologia e dialettologia
  • 23:00  Carta dei dialetti in Italia del glottologo Giovan Battista Pellegrini
  • 35:00  Cos'è un dialetto e che cos'è una lingua
  • 37:00  Definizione di lingua e dialetto 
  • 44:00  Approccio al dialetto
  • 50:00  Dialetto per scopi artistici, Camilleri e altro ancora