Questo, presumo, perchè a differenza di quanto è comune pensare, un vocabolario non è sempre stato pensato allo stesso mod in maniera analoga quanto il concetto di storia per gli antichi romani fosse diverso dal nostro.
Tra Seicento e Settecento e fino ad Ottocento compreso i vocabolari erano creati per scopi didattici e per indicare attraverso le parole la norma d'uso e facendo riferimenti ad autori illustri come ad esempio il Vocabolario della Crusca.
Nell'Ottocento il Vocabolario di calabrese di Cesare Morisani: "Vocabolario del Dialetto di Reggio Calabria colle corrispondenti parole italiane" non ha uno scopo informativo ma lo scopo di dimostrare attraverso i lemmi riportati la forte "italianità" del dialetto.
Esistono, poi, sempre in quel periodo in Italia le cosiddette "raccolte", sorta di dizionari con respiro regionale che si limitano ad essere una collezione di lemmi senza alcuno scopo normativo.
I dizionari dialettali invece si divino in tre tipologie:
- Con scopo ristretto
- con scopo didattico
- (proto) etnolingustici
Il primo come "Ricerche etimologiche su Mille Voci e Frasi del Dialetto Calabro-Lucano" è una raccolta di voci molto ristretta su cui lo studioso dell'epoca effettua degli studi scientifici.
Il secondo con lo scopo di insegnare l'italiano mette a confronto le parole dialettali con quelle italiane. Il dizionario ha grandi introduzioni sulla morfologia e la fonetica come ad esempio il Vocabolario Dialettale Calabro-Reggino-Italiano del 1909 di Giovanni Malara.
Il terzo ha lo scopo di contestualizzare i lemmi elencati, di dare un origine ed un significato adeguato al suo uso attraverso studi etnolinguistici. Un esempio? il Vocabolario Calabrese di Luigi Accattatis del 1898.
Vocabolario del dialetto di Reggio Calabria, diCesare Morisani, Arnaldo Forni Editore, 1990 su Amazon: https://www.amazon.it/Vocabolario-dialetto-Reggio-Calabria-anast/dp/8827128050
Fonte: Vocabolario Calabro a cusa di John Bassett Trumper 2017, Edizioni dell'Orso p.XXXI- XXXIX
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