domenica 8 ottobre 2017

Metafonesi in Calabria (fonologia 3)

Che cos'è la metafonesi?

La parola composta deriva dal greco meta- e un deriv. del gr. phōn ‘voce’, per calco del ted. umlaut.

E' un fenomeno fonetico presente in Italia soprattutto nei dialetti centrali e meridonali e quindi anche in quelli calabresi.

Consiste nel cambiamento di timbro di una vocale tonica (vocale in cui cade l'accento della parola) per l'influenza della vocale dell'ultima sillaba della parola.

La metafonesi, in origine fenomeno esclusivamente fonetico ora diventa anche un fenomeno morfologico e permette di distinguere il singolare dal plurale ed il femminile dal maschile.

Fisicamente consiste in un innalzamento della posizione della lingua ma può avvenire anche per dittongazione (la creazione di un dittongo: due vocali vicine).

Es.:

Calabrese settentrionale:

Grosso

  • Maschile singolare:    gruossu
  • Maschile plurale:       gruossi
  • Femminile singolare: grossa
  • Femminile plurale:     grosse
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -uo assente al femminile.

Calabrese meridionale:

Bello

  • Maschile singolare:    biedu
  • Maschile plurale:       biedi
  • Femminile singolare: beda
  • Femminile plurale:     bede
Le vocali finali  -u e -i al maschile creano il dittongo -ie assente al femminile.


Gli esempi mettono in evidenza l'effetto metafonetico delle vocali -i e -u finali che dittongano (ovvero la presenza di due vocali vicini percepita come un singolo fonema).
le vocali aperte  /ɛ / ed /ɔ/ (corrispondenti graficamente a E ed O) .

 La Metafonesi calabrese per Rohlfs


Nel volume di Fonetica della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti Gerhard Rohlfs  discute della questione associando il fenomeno della metafonia con la dittongazione e considerandoli come un unico fenomeno di armonizzazione tra le vocali toniche 'e' e  'u' con le vocali finali 'i' e 'u' molto chiuse.

Nei dialetti calabresi si conserva la ĕ (e breve) come nel singolare di "piede" pĕde, mentre il plurale  pĕdi in alcuni paesi rimane "pedi" in altri "piedi".

Gli ultimi studi 

Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo del Dipartimento di Linguistica – dell' Università della Calabria hanno iniziato un lavoro di mappatura della metafonia in Calabria cominciando dall'area Lausberg (area arcaica calabro-lucana), nell'indagine hanno consultato atlanti dialettali, altri studi linguistici e materiale audio. Hanno verificato inoltre se la metafonia sia avvenuta per innalzamento o per dittongazione; in quest’ultimo caso se è una dittongazione ascendente o discendente.

  I paesi che mostrano metafonia per dittongamento sono certamente quelli più numerosi:
Aieta, Tortora, Laino Borgo, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Scalea, Verbicaro,
Grisolia, San Donato di Ninea.

  I paesi che mostrano metafonia per innalzamento o monottongamento sono: Orsomarso,
Santa Maria del Cedro, Maierà, Diamante, Montegiordano, Amendolara, Villapiana,
Oriolo, Trebisacce

 Riguardo il confronto con la letteratura dialettale per Amendolara il Rensch (1964:18-19) riporta la
contemporanea presenza sia di forme dittongate come [ie] [ou] che di forme monottongate
come [i:] e [u:].

Tale compresenza da noi è stata rilevata invece nei paesi di Papasidero e Buonvicino.
Nel caso di Papasidero, si può notare una metafonia ‘mista’: un dittongamento per le vocali
posteriori, ed un innalzamento o monottongamento ad /i/ per le vocali anteriori forse per le
influenze esercitate dai paesi limitrofi come per esempio Orsomarso e Mormanno (che
presentano metafonia per innalzamento). Sempre riguardo al confronto con la letteratura passata dobbiamo rilevare che per Papasidero in ALI viene attestata solo una forma di metafonia per innalzamento come mostrano le forme [‘bbuno], [ukkje] e [Birmeə].

Buonvicino, che non fa parte dell’area Lausberg, risente anch’esso delle forti influenze
provenienti soprattutto dal paese limitrofo Diamante. Oltre alla metafonia per
dittongamento, in questo paese abbiamo rilevato parole che hanno perso il secondo
elemento del dittongo: PĔRDO, IS > [»pierdu]; MORTUUS, A, UM > [»mu´rtu]; VĔNIO,
IS > [»vi˘¯u].

Conclusioni
Per i paesi di Papasidero, Orsomarso, S. Maria del Cedro, Maierà, Buonvicino, Diamante,
Trebisacce va infatti osservata la differenza di durata della vocale in sillaba aperta e in
sillaba chiusa.
Nei paesi in questione, nella parola [»li˘ttu], per esempio, che un tempo doveva essere [»liet˘u], è caduto il secondo segmento del dittongo /e/, ma la vocale rimasta ha mantenuto intatta la durata originaria del dittongo palesando così un fenomeno riconducibile piuttosto al monottongamento che al semplice innalzamento, favorito da certe condizioni prosodiche come la sillaba chiusa.





Fonti:
  • Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs (p.13-14)
  • Nuovo Manualetto di linguistica italiana di Maurizio Dardano (p.260-265)
  • La metafonia nei dialetti dell’area Lausberg: un’introspezione sulla natura della sillaba di Luciano Romito, Vincenzo Galatà, Rosita Lio e Francesca Stillo
  • Garzanti linguistica: http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=metafonesi

 

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