sabato 20 gennaio 2018

Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti - Sintassi e formazione delle parole

Il terzo e ultimo volume della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs pubblicato in tedesco tra 1949 ed il 1954 è dedicato alla Sintassi e alla formazione delle parole.

Alla stregua dei precedenti volumi anche questo è stato tradotto, riveduto e aggiornato al 1969, anno di pubblicazione con Einaudi.
La traduzione della parte di sintassi è stata curata dal professor Temistocle Francesci dell'Università degli Studi di Urbino mentre la formazione delle parole da Maria Caciagli Fancelli.




Per la Treccani, nella linguistica descrittiva la Sintassi è:

una delle quattro parti tradizionali della descrizione linguistica, che ha per oggetto lo studio della connessione di unità minori per formare unità maggiori; si differenzia dalle altre tre parti (fonologia, morfologia, lessicologia) in quanto si occupa dei fonemi, morfemi e vocaboli non presi per sé stessi ma calati nel contesto della frase, 

cioè dei procedimenti (uso di modificazioni fonologiche, uso di morfemi, ordine delle parole e delle frasi) mediante i quali il parlante pone in mutuo rapporto gli elementi lessicali per la formazione di un’espressione compiuta (frase, periodo); considera pertanto sia i procedimenti unici per un certo tipo di rapporto e perciò insostituibili, sia i procedimenti eleggibili a scelta del parlante. 

In partic.: s. sincronica, s. diacronica (o storica), a seconda che sia sincronica o diacronica l’analisi descrittiva; s. contrastiva, quella risultante da un’indagine che verte sul confronto tra i procedimenti sintattici di due o più lingue, considerate ciascuna in una prospettiva sincronica, e che serve a evidenziare le peculiarità e le differenziazioni delle varie lingue, ai fini dell’apprendimento e anche di una classificazione tipologica; s. comparata, ramo della sintassi diacronica che ha come oggetto di indagine lo studio della evoluzione parallela della sintassi di lingue dello stesso gruppo o sottogruppo linguistico.

Rimando alla fonte per quanto riguarda il significato di Sintassi nella linguistica normativa.

La parte del volume che tratta la sintassi analizza tutte le parti del discorso:

  • L'uso dei casi
  • Uso dei numeri
  • Uso dell'articolo determinativo
  • Uso dell'articolo indeterminativo
  • Uso dei tempi indicativi
  • Uso del congiuntivo
  • Uso dell'infinito
  • Uso del gerundio
  • Uso dei participi
  • Formazioni ausiliari con il participio passato
  • L'aspetto verbale
  • La frase interrogativa
  • La Congiunzione
  • Le preposizioni
  • L'avverbio
  • L'affermazione e la negazione
  • I numerali
  • La collocazione delle parole


 Per quanto riguarda la formazione delle parole invece:
  • La composizione 
  • I prefissi
  • Suffissi nominali
  • Formazione del verbo
  • Formazioni nominali senza suffisso
L'opera si conclude con un indice delle parole, dei nomi geografici e dei nomi di persona.





Di seguito uno stralcio dell'impopolarità dell'infinito nel meridione d'Italia:


"L'infinito è pochissimo popolare in tre zone della parte più meridionale d'Italia: nel canto nordorientale della Sicilia (prov. di Messina), nella metà meridionale della Calabria e nella penisola salentina.
In queste tre aree viene sostituito da una frase retta da congiunzione; anziché "vuole andare" si dice "vuole che vada".
La congiunzione è "mu"<modo (anche mi o ma) in Calabria mi nella Sicilia nordorientale e cu<quod in Salento .
La proposizione dipende è sempre al presente a prescindere che dalla consecutio temporum.



L'origine di questa espressione sta nel sostrato greco in quanto queste tre zone furon di lingua greca.
L'infinito si conserva solo dopo i verbi: potere, sapere, udire, fare e lasciare.
In Calabria meridionale la congiunzione mu può venir rafforzata con 'pe' per
esempio: "vinni pemmu lavuru".
Anche in condizione di infinito dubitativo si ricorre a:
"non sapi chimmu u faci"
Non sa che fare
.


Accanto alle forme normali mimu i dialetti calabresi meridionali usano nei reciproci territori le forme abbreviate u ed i .
vaiu 'u mangiu. 'vado a mangiare'
dassalu 'i mangia 'lascialo mangiare'



Un osservazione particolare la richiede il dialetto di Crotone giacchè usa una u che non è riconducibile alla u di abbreviazione predetta perchè ha proprietà raddoppianti
iddu vena u tti saluta
va u bidda
Con una parola iniziante con vocale u si trasforma in unn'
prima unn' arriva
 Poichè in quest'area  nd si assimila nn  questo unn' (abbreviato in u')  sarà da identificarsi col toscano onde (cfr. toscano: ti scrissi onde avvertirti)






Fonte: http://www.treccani.it/vocabolario/sintassi/
.

sabato 13 gennaio 2018

Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti: Morfologia

Il secondo volume della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti di Gerhard Rohlfs pubblicato in tedesco tra 1949 ed il 1954 è dedicato alla Morfologia.



Cos'è la Morfologia

La Treccani dice:

" Studio della flessione, della composizione e derivazione delle parole, della determinazione delle categorie grammaticali e degli elementi formativi, desinenze, affissi e alternanze qualitative. La grammatica tradizionale, fino a tutto il 18° sec., limitava la m. all’individuazione di una forma base (per es., il casus rectus nella declinazione), e quindi delle trasformazioni che questa forma fondamentale, non ulteriormente analizzata, subisce nella flessione o nella derivazione (per es., in lat., lupus «lupo», nom. sing., è il casus rectus, o forma base: tutti gli altri casi, sono deviazioni o trasformazioni, cioè casus obliqui).

La linguistica comparata, dal 19° sec., ha inteso invece la m. come ricerca, in ogni parola, degli elementi formativi, affissi e desinenze, aggiunti alla parte radicale, e come studio della loro natura e funzione (così lupus è analizzato nella radice lup-, nel suffisso tematico u, comune a tutti i nomi della seconda declinazione, e nella desinenza -s, caratteristica del nominativo singolare). Alcune scuole linguistiche moderne comprendono nella m. lo studio dei rapporti sintattici e del valore semantico delle parole. La morfofonologia è il settore della linguistica strutturale che studia insieme le strutture fonologiche e i componenti morfologici delle parole di una lingua, soprattutto nelle loro reciproche influenze, e in particolare l’utilizzazione dei fonemi a scopi morfologici. La morfosintassi è lo studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante la combinazione di morfemi."
Il volume si divide in tre parti:
  1. Il nome
  2. Il pronome
  3. Il verbo
L'Edizione italiana è stata pubblica nel 1968 da Giulio Einaudi Editore e nella prefazione lo stesso Gerhard Rohlfs dichiara di aver riveduto l'opera per intero a seguito di altri 20 anni di studi trascorsi e "non vi è paragrafo, non vi è pagina che non abbia subito qualche ritocco".
Sempre nella prefazione ringrazia il traduttore Temistocle Franceschi per le sue conoscenze nonché come raccoglitore per il nuovo Atlante Linguistico Italiano.

Verbo: congiuntivo imperfetto nei dialetti meridionali:

L' -a  della prima persona singolare  (avissa, fussa , jissa)  che si trova nella Calabria settentrionale (Morano) è dovuto all'influsso del condizionale avèra (habueram), fòra, jèra.


Pronome: forme soggettive enclitiche in Toscana e nel meridione:
L'uso del pronome enclitico resta dunque nell'Italia meridionale essenzialmente circoscritto alle seconde persone di alcuni tempi, il che si deve al fatto che  in tali tempi appunto le seconde persone erano venute attraverso lo sviluppo fonetico, a coincidere completamente o quasi. Il pronome funge qui  dunque da contrassegno distintivo.




I capitoli in dettaglio:

Il nome
  • I casi
  • Le declinazioni
  • Formazione del plurale
  • Il genere
  • L'aggettivo
  • La comparazione
Il pronome
  • Articolo determinativo e indeterminativo
  • il partitivo 
  • il pronome possessivo
  • il pronome personale
  • il pronome riflessivo
  • il pronome relativo
  • il pronome interrogativo
  • il pronome dimostrativo
  • pronomi indefiniti

Il verbo

  • Generalità
  • Ampliamento del tema
  • L'indicativo presente
  • Casi particolari
  • L'indicativo imperfetto
  • Il congiuntivo presente
  • Il congiuntivo imperfetto
  • Il passato remoto
  • Il futuro
  • Il condizionale
  • L'imperativo
  • L'infinito
  • Gerundio e participio presente
  • Il participio passato


sabato 6 gennaio 2018

Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti: Fonetica

Il Filologo Gerhard Rohlfs tra il 1949 ed il 1954 pubblica in tedesco: Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten. 
Cos'è? 
 Il triplice volume tradotto in italiano: Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti  pubblicato da Einaudi a Torino nel 1966 ormai non più in vendita e trovabile solo in qualche biblioteca.



I volumi erano così suddivisi:
  • Fonetica
  • Morfologia
  • Sintassi e formazione delle parole

Prendendo in esame il volume Fonetica tradotto da Salvatore Persichino è innanzitutto suddiviso in tre macrocapitoli:

  1. Vocalismo
  2. Consonantismo
  3. Fenomeni generali

La prefazione dell'opera inizia citando l'opera di Meyer-Lubke del 1890: Italienische Grammatik che analizza tutti gli sviluppi dialettali dell'area italiana non senza qualche errore e alla fine degli anni '50 si sente l'esigenza di ridefinire una nuova grammatica storica.
In questa nuova grammatica verrà inserita anche la sintassi, solitamente quasi mai presente.
Tratterà in maniera dettagliata la lingua letteraria ma anche i dialetti d'Italia partendo dal centro, passando al nord e poi al sud e a seconda dei rapporti linguistici è stata inserita anche la Corsica.
La vera differenza dell'opera però saranno le fonti! Prenderà in considerazione tutte le monografie dialettali a cui Meyer-Lubke non poteva attingere.

L'opera è dedicata agli ideatori dell'Atlante  linguistico italo-svizzero e ai colleghi esploratori.
"A chi cura questa collezione e all'editore svizzero esprimo il mio ringraziamento per la cortese ospitalità che, in tempi così difficili, offrono ad uno studioso tedesco: io saluto questo gesto come un bel segno di una nuova collaborazione spirituale europea.

Dittongazione condizionata di ǫ nel Mezzogiorno











Nel dettaglio i capitoli,

Il Vocalismo è ulteriormente suddiviso in :
  • Generalità
  • Vocali toniche
  • Le vocali i e u
  • i gruppi au, ae, oe, eu, ie e il suono y
  • e lungo
  • o lungo
  • e breve
  • o breve
  • vocali atone
Il consonantismo invece è suddiviso in:
  • Le consonanti in posizione inziale
  • Il rafforzamento delle consonanti iniziali
  • Gruppi consonantici in posizione iniziale
  • Le consonanti in posizione intervocalica
  • Gruppi consonantici all'interno della parola
  • Gruppi consonantici con i in iato
  • gruppi consonantici con u in iato
  • Palatalizzazione e velarizzazione
  • Consonanti in posizione finale
I fenomeni generali infine:
  • Spostamento dell'accento
  • Abbreviazioni
  • Metatesi
  • Dissimilazione
  • Assimilazione
  • Comparsa di suoni parassiti

venerdì 15 dicembre 2017

Carta dei dialetti d'Italia - Vocalismo e consonantismo

Riprendiamo il discorso della Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini



Nell'opera si propose un sistema di trascrizione fonetica, di cui il linguista Michele De Luca propone una versione unicamente per i dialetti calabresi.

Nell'immagine in basso, nella prima colonna ci sono alcune parole in calabrese, nella seconda come le trascrive Rohlfs, nella terza una versione che tiene conto del "parlato", nella quarta colonna la fonetica come rappresentata nella carta dei dialetti d'Italia di Pellegrini (CDI), nella quinta dall'International Phonetic Alphabet (Alfabeto fonetico internazionale) ed infine nella sesta la traduzione in italiano.



Nell'immagine seguente troviamo un quadro del vocalismo come rappresentato nel CDI (carta dei dialetti d'Italia) per la Calabria (di vocalismo siciliano)
Vocalismo siciliano, in alto le vocali latine in basso le siciliane





Ed infine il quadro del consonantismo:

Per chi conoscesse poco la fonetica e i suoi simboli simil-alfabetici, per chi interessato mi contatti che pubblicheremo qualche piccola lezione!


Fonte: 
Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini, 1977 
Guida allo studio dei dialetti calabresi, Michele De Luca, 2016

martedì 5 dicembre 2017

Rubrica parole a caso: ammunzuneddari

Ammunzuneddari, 
 Vocabolario dialettale reggino-italiano, Reggio Calabria, Giovanni Malara, 1909
Ammunzuneddare, 
 Sul dialetto calabro, Francesco Scerbo Firenze 1886

Ammunzunejari, 
 Saggio di un vocabolario calabro italiano  ad uso delle scuole di Lorenzo Galasso, 1924
Dizionario etimologico del dialetto calabrese, Giovanni Battista Marzano, 1928

Ammunziddà. 
Elenco di alcune voci del dialetto calabrese, Domenico Lanza

Ammuzzellare
  Vocabolario del dialetto calabrese, Luigi Accattatis, 1897

Ammucchiare, ammassare

Dal francese: amonceler: mucchio
Amonceler deriva dall'antico francese:  moncel, monceau  :  mucchio   
Dal latino: monticellus: piccolo monte derivativo di mōns, montis.
Parola che deriverebbe dal protoindoeuropeo *men- (montagna). (Confronta: l'antico bretone: monid, Bretone: menez, Cornico: meneth, gallese: mynydd).


Fonte:
Longo Editore                Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Rohlfs, 1977
Larousse.fr                     http://www.larousse.fr/dictionnaires/francais/amonceler/2983
Free english dictionary: https://fr.thefreedictionary.com/amonceler
                                       https://fr.thefreedictionary.com/monceau
                                       https://www.thefreedictionary.com/_/roots.aspx?type=Indo-European&root=men-
Wikitionary.en               https://en.wiktionary.org/wiki/Reconstruction:Proto-Indo-European/men-#Root_3

giovedì 30 novembre 2017

Carta dei dialetti d'Italia e isoglosse


La carta dei dialetti d'Italia in breve CDI, fu una carta redatta da Giovanni Battista Pellegrini nella sua omonima opera del 1977




 Consultabile Qui  e già vista nel video del linguista Trumper Qui
Come si presenta la carta per la Calabria?

Carta dei dialetti d'Italia - Calabria

La parte più in evidenza la suddivisione colorata della regione in due aree, come già abbiamo scritto in passato: la macrosuddivisione in dialetti meridionali intermedi e meridionali estremi


La seconda macro-suddivisione  sono le linee continue rosse affiancate da un numero: le cossidette isoglosse (Vista una prima volta nei Punti d'indagine ALI):

"Un'isoglossa è una linea che, su una carta geografica , "delimita" la zona di un territorio che condivide un tratto linguistico comune, di qualunque tipo esso sia:lessicale, fonetico (in questo caso alcuni usano il termine isofona), morfolofico o sintattico"

 Le isoglosse che attraversano la Calabria sono la:
  • 23 Limite dell'area Lausberg (Affrontato )
  • 24 Limite del vocalismo siciliano
  • 25 Limite meridionalei di -ə in Puglia ed in Calabria (Schwa)
  • 28 Conservazione di nd e mb nel Salento ed in Calabria
  • 29 Limite della mancaza di passato prossimo in Calabria
  • 30 Limite della mancanza di infinito in Calabria

In evidenza le isoglosse del territorio calabrese





Fonti:
Carta dei dialetti d'Italia di Giovan Battista Pellegrini, 1977
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Isoglossa consultata il 25-11-2017

sabato 25 novembre 2017

Corretta trascrizione fonematica

La fonematica è la parte della linguistica che studia i fonemi di una lingua.

Il fonema è il suono costituente un'unità fonologica dotata di carattere distintivo, che permette cioè di individuare almeno due parole di sign. diverso (in italiano "p" e "l" sono due f. perché consentono di realizzare due parole distinte come pino e lino.

Dopo questa breve descrizione enciclopedica di fonematica e fonema possiamo iniziare a comprendere il paragrafo "Corretta trascrizione fonematica" della "Guida allo studio dei dialetti calabresi" di Michele De Luca.

Nel paragrafo si tratta appunto che chi scrive in dialetto deve sempre stare attento alla corretta grafia e a cui non si sottrae neanche Gerhard Rohfls. 

Egli prova ad analizzare l'origine etimologica del nome di un quartiere di Reggio Calabria:








In questo caso l'autore fa risalire la parola ad un origine "colta" : ermafrodito. Secondo De Luca questo avrebbe poco a fare con la tradizionale calabrese. 
La deduzione di Rohlfs potrebbe essere una svissta, una pronuncia imprecisa dell'interlocutore, una voce dialettale in parte italianizzata, un idiotismo fonetico, ma anche un refuso tipografico.

Conclusione?
Gli errori generano altri errori e si moltiplicano con facilità perché copiati!
Chi è appassionato di linguistica, ed in dettaglio di fonetica, etimologia etc... ma anche semplicemente vorrebbe scrivere correttamente in dialetto deve stare attento alle insidie di una lingua prettamente orale.




Fonti:
Corriere.it  http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fonematica.shtml
Corriere.it  http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fonema.shtml
Guida allo studio dei dialetti calabresi -  Michele De Luca