Cos'è la Morfologia
La Treccani dice:
" Studio della flessione, della composizione e derivazione delle parole, della determinazione delle categorie grammaticali e degli elementi formativi, desinenze, affissi e alternanze qualitative. La grammatica tradizionale, fino a tutto il 18° sec., limitava la m. all’individuazione di una forma base (per es., il casus rectus nella declinazione), e quindi delle trasformazioni che questa forma fondamentale, non ulteriormente analizzata, subisce nella flessione o nella derivazione (per es., in lat., lupus «lupo», nom. sing., è il casus rectus, o forma base: tutti gli altri casi, sono deviazioni o trasformazioni, cioè casus obliqui).
La linguistica comparata, dal 19° sec., ha inteso invece la m. come ricerca, in ogni parola, degli elementi formativi, affissi e desinenze, aggiunti alla parte radicale, e come studio della loro natura e funzione (così lupus è analizzato nella radice lup-, nel suffisso tematico u, comune a tutti i nomi della seconda declinazione, e nella desinenza -s, caratteristica del nominativo singolare). Alcune scuole linguistiche moderne comprendono nella m. lo studio dei rapporti sintattici e del valore semantico delle parole. La morfofonologia è il settore della linguistica strutturale che studia insieme le strutture fonologiche e i componenti morfologici delle parole di una lingua, soprattutto nelle loro reciproche influenze, e in particolare l’utilizzazione dei fonemi a scopi morfologici. La morfosintassi è lo studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante la combinazione di morfemi."
Il volume si divide in tre parti:
- Il nome
- Il pronome
- Il verbo
Sempre nella prefazione ringrazia il traduttore Temistocle Franceschi per le sue conoscenze nonché come raccoglitore per il nuovo Atlante Linguistico Italiano.
Verbo: congiuntivo imperfetto nei dialetti meridionali:
L' -a della prima persona singolare (avissa, fussa , jissa) che si trova nella Calabria settentrionale (Morano) è dovuto all'influsso del condizionale avèra (habueram), fòra, jèra.
Pronome: forme soggettive enclitiche in Toscana e nel meridione:
L'uso del pronome enclitico resta dunque nell'Italia meridionale essenzialmente circoscritto alle seconde persone di alcuni tempi, il che si deve al fatto che in tali tempi appunto le seconde persone erano venute attraverso lo sviluppo fonetico, a coincidere completamente o quasi. Il pronome funge qui dunque da contrassegno distintivo.
I capitoli in dettaglio:
Il nome
- I casi
- Le declinazioni
- Formazione del plurale
- Il genere
- L'aggettivo
- La comparazione
- Articolo determinativo e indeterminativo
- il partitivo
- il pronome possessivo
- il pronome personale
- il pronome riflessivo
- il pronome relativo
- il pronome interrogativo
- il pronome dimostrativo
- pronomi indefiniti
Il verbo
- Generalità
- Ampliamento del tema
- L'indicativo presente
- Casi particolari
- L'indicativo imperfetto
- Il congiuntivo presente
- Il congiuntivo imperfetto
- Il passato remoto
- Il futuro
- Il condizionale
- L'imperativo
- L'infinito
- Gerundio e participio presente
- Il participio passato
Nessun commento:
Posta un commento