domenica 25 novembre 2018

Ragazzo (1)

#parole a caso




Se si cerca in calabria come si dice ragazzo o giovane, avremo questa mappa secondo l'AIS (Atlante Linguistico ed etnografico italo-svizzero):

Ragazzo, Ragazza


Ragazzo, Giovanotto



Andiamo ad analizzare le parole in dettaglio:

Cotraru

deriva dal latino quaternarius: ragazzo di quattro anni che è diventato semplicemente ragazzo.

Ricerche Linguistiche, Bardi, 1950


Ricerche Linguistiche, Bardi, 1950


Centrache: cotraiedu, Acri quatraru

quatraru secondo Accattatis: puro, innocente




Gagliune
Secondo Rohlfs sarebbe una forma onompatopeica derivata da "guai", il bambino che guaisce
Confronta il campano: wagnì "guai", waglià (guaire)

Mentre nel "Vocabolario delle parole del dialetto napoletano", che più si scostano dal dialetto toscano scritto dagli Accademici filopatridi del 1789 come significato si dà "garzoncellO" e deriverebbe dal latino calones  (Servo)



Bardasciu



Usato poco in Calabria ma diffuso in Abruzzo, Campania anche con accezione negativa,
Attestato nei dizionari di Luigi Galasso, di Giovanni Battista Marzano, di Gliozzi, di Rohlfs e Carè.

Rohlfs per "bardascia" scrive:
  • forosetta (sinonimo di contadinella ndr), contadinella robusta per Malito (CS)
  •  ragazzina ingenua a Rossano (CS)  
  • donna di facili costumi, prostituta (Vocaboli gergali di Reggio Calabria e provincia di Francesco Geraci) 
  • ragazza a Catanzaro e Crotone
  • ragazzo, giovinetto a Catanzaro, Crotone, Piscopio e Caulonia
     
mentre per bardasciu nel Vocabolario delle parole del dialetto napoletano, che più si scostano dal dialetto toscano scritto dagli Accademici filopatridi del 1789:

giovanotto talora di poco plausibili costumi


 (Vocabolario del dialetto calabrese di Luigi Accattatis, Castrovillari, 1897,
Ricerche etimologiche su mille voci e frasi del dialetto calabro-lucano di Teodoro Cedraro, Napoli, 1855
Saggio di un vocabolario Calabro Italiano di Lorenzo Galasso, Laureana di Borrello, 1924
Sul dialetto Calabro di Francesco Scerbo, Firenze, 1886
Dizionario etimologico del dialetto calabrese di Giovanni Battistaa Marzano, Laureana di Borrello,1928 )

deriva dal persiano bardag- ragazzaccio

Presente anche nel dizionario etimologico di siciliano di Luigi Milanesi come termine dispregiativo: ragazzaccio, persona di poco affidamento, al femminile anche: donna di facili costumi, nella malavita: l'uomo inutile ma che fa lo spaccone.

Nella lingua napoletana e nei suoi dialetti

Nella lingua inglese statunitense esiste il termine berdache (pronunciato: "berdasc") il cui significato presso alcuni popoli nativi americani è usato per riferirsi ad una persona, di solito un maschio, che assume l'identità di genere e ottiene lo status sociale dell'altro sesso.
Più che il significato è interessante però scoprirne l'origine:
Dal francese del nord America, a sua volta dal francesce bardache, catamite, dall'italiano dialettale bardascia , a sua volta dall'arabo bardaj dal persiano bardah: "prigioniero", dal medio persiano: vartak, e dall'antico iranico *varta-





Berdache - Dizioanrio Collins


Il passaggio dal francese bardache all'italiano e poi all'arabo è confermato anche dal "Dictionnaire Etymologique et historique du francaise" (Larousse, 2011):



1537; italiano: bardassa, dall'arabo bardadj, schiavo 

e anche il dizionario inglese Merriam-Webster si accosta a questa ricostruzione:

"Middle French bardache, from Old Italian dialect bardascia youth, homosexual, from Arabic bardaj slave, from Persian bardah"



Altri termini trovati nel vocabolario di Martino (Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale) riferiti a ragazzo che approfondiremo successivamente:

  • bofarràci ,  
  • brignolu,  
  • caramùscia,  
  • carusu,  
  • catusu,  
  • ciopulu,  
  • cirimpinni,  
  • craciopulu, 
  • cuculezu, 
  • ferrachjiu, 
  • frascandaghjiu, 
  •  gadoparu, 
  • gagghjolu, 
  • minacchjolu, 
  • pidotu, 
  • scazzandidu, 
  • spillacchjiuni, 
  • ziteddu

Fonte:

  • Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale (AIS)
  • Dictionnaire Etymologique et historique du francaise (Larousse, 2011)
  • Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino (2006)
  • Nuovo Dizionario della Calabria di Gerhard Rohlfs  (V Ristampa 1996)
  • Ricerche linguistiche. Volume 1 di G. Bardi (1950) 
  • https://www.thefreedictionary.com/berdachism (2018)
  • https://www.merriam-webster.com/dictionary/bardash (2018)

domenica 11 novembre 2018

Ghjegghjari

 Ilir Meta attuale presidente dell'Albania, 5 giorni (6 novembre) fa era in visita all'Università della Calabria a Cosenza, grazie alla volontà del professor Francesco Altimari che dirige il Laboratorio di Albanologia del Dipartimento Culture, Educazione e Società.
Il Presidente albanese ha conferito la medaglia d'onore al professor Francesco Altimari, "per i suoi meriti e il suo impegno nella diffusione e nella promozione del patrimonio linguistico e culturale albanese".

Della comunità albanese in Calabria e della loro lingua l'arbëreshë avevamo già parlato l'anno scorso: qui e qui, in occasione di questo evento riprendiamo la parola con cui venivano riconosciuti gli italo-albanesi



Ghjegghjaru, plurale: Ghjegghjari nome con cui vengono chiamati gli albanesi di Calabria
ma anche semplicemente gghjegghjiu o ghjengghjiu (Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006) mentre Rohlfs dà la semplice definizione di balbuziente (Per lo meno a Montauro). Il termine è presente anche a Bivongi (RC) dove Damiano Bova (Dizionario etimologico del dialetto bivongese) dà come prima definizione: "Italo albanese" e in senso figurato: "balbuziente", "mezzo muto", "incomprensibile", "strano".

Per la parola Ghjegghji sempre Bova scrive:

Nome che si dà agli Italo-albanesi di Calabria, fuggiti dal XVI secolo in poi, dall'Albania a causa dell'invasione turca. La loro lingua parlata è l'arberisht degli Arbereshe, cioè una delle antiche lingue del tosco (toskë) antico, il dialetto  dell'Albania meridionale.
In qualche centro (abitato ndr) è un dialetto misto con inflessioni tratte dal ghego  (gegë), dialetto dell'Albania settentrionale.
Nell'Italia meridionale ha subito le contaminazioni a contatto con i dialetti che hanno ereditato la permanenza della lingua greca sia della prima ellenizzazione (magno greca) sia della seconda (bizantina).


L'etimo secondo Bova deriverebbe da ghego, il dialetto parlato nell'Albania settentrionale.
Secondo Il dizionario etimologico indoeuropeo di Julius Pokorny. l'origine di ghegho è invece incerta, potrebbe derivare da un proto-albanese *ghaughau̯, dopo un suono onomatopeico in opposizione a shqip (lingua chiara, comprensibile). Confrontare: gaga (verso dell'oca), e gatë (“airone).
In alternativa potrebbe derivare dal greco antico  γίγας (gígas, gigante), dalla mitologia omerica (i  giganti dei monti Acrocerauni in Albania), probabilmente denotando l'invasione delle tribù che scendevano in Grecia dal nord.


Da notare come anche le comunità calabresi a fronte di una nuova comunità parlante una lingua sconosciuta identifica sostanzialmente la popolazione con un nome onomatopeico che ha il significato nella comunità di qualcuno affetto da balbuzie ovvero anziché parlare di balbettare. Simile al barbaro romano e greco: barbărus, gr. βάρβαρος.



Per chi volesse approfondire la cultura albanese in Calabria c'è il seguento libro:

La Calabria albanese di Fulvio Mazza (Rubbettino Editore, 2013)

Qui sulla Treccani altre informazioni: Comunità albanese


Fonte:

  • Nuovo Dizionario dialettale della Calabria, Rohlfs,  Terza Edizione, 1996
  •  Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale di Giuseppe Antonio Martino, 2006
  • Dizionario etimologico del dialetto bivongese, Bova, 2017 
  • Indogermanisches Etymologisches Wörterbuch, J. Pokorny, 1959, Bern : Francke
  • Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/balbuziente/
  • Treccani. http://www.treccani.it/vocabolario/barbaro/ 
  • Wikizionario:   https://en.wiktionary.org/wiki/geg%C3%AB
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_tosca
  • Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_albanese_ghega


domenica 4 novembre 2018

topi, ratti e sorci

 Rubrica  #parole a caso
Il topo in calabrese



Diversi nomi latini per quello che viene genericamente chiamato "topo"

  • Mus musculus
  • Eliomys quercinus
  • Sorex
  • Rattus

Ma come mai come immagine c'è una carta del Mediterraneo orientale e del Mar Nero?

Perchè nei dialetti calabresi uno dei tanti modi per indicare il topo di quercia (Eliomys quercinus, foto in basso) o il ghiro (i ghiri assomigliano a dei topi che a differenza della loro controparte passano gran parte della loro vita sugli alberi) o anche la talpa  è puondicu, pondacu o pondicu.
Questa parola deriva dall'antico nome del Mar nero:"Pontus Euxinus"(a sua volta dal greco pontikòs), intendendo quindi un topo proveniente da quell'area.
La parola secondo il Dizionario dei dialetti della Calabria Meridionale di Martino 2010)  si attesta a Ferruzzano come ghiro quercino, poi come surici pondacu o puondicu a Laureana di Borrello, San Pietro di Caridà, come agghjiru pondacu o puondicu (ghiro pondico)  a Benestare, a Briatico, a Bruzzano, a Caulonia, a Curinga, Laureana di Borrello, Polistena e Stilo.

Ponticus deriva dal greco Πόντος  che deriva da  πόντος-> póntos
A sua volta si suppone dal Proto-Indo-Europeo *pónteh₁s (“strada, percorso”).

Nelle opere di Omero la parola era usata per riferirsi a qualsiasi mare, ma successivamente per riferirsi specificatamente al Mar Nero e alla regione costiera a sud-est.

Anche l'italiano Pantegana ha questa origine: "mus ponticus", nome diffuso anche nei dialetti settentrionali italiani..




https://it.wikipedia.org/wiki/Sorex

Un'altro modo di indicare il topo è:

surici

dal latino soricem, accusativo di sorex
Di origine incerta, forse correllato a "susurrus" o al greco antico: ὕραξ (húrax, “toporagno”).






zoccula
Nome diffuso nella lingua napoletana e poi entrato anche in italiano con "zoccola" con cui si intende genericamente un grande ratto.
Deriva dal latino sorcŭla diminutivo di sorex
Usato a Bova, Gasperina, Melicuccà, Santa Cristina d'Aspromonte, Cerisano e Scigliano.


Abbiamo poi la parola ghjopadu con il significato di cucciolo di ghiro  o topo di campagna.
L'origine è incerta.








rattu  che come l'italiano "ratto" deriva dal latino rattus, a sua volta dal protogermanico rattaz (rat).
Il termine è ed è stato diffuso in tutta la Calabria




lacridu o acridu
Con questo termine a Davoli e Maida si indica il topo campagnolo o arvicola ovvero a quei topi del genere Arvicolinae



rùsola o rusòla o risciola
Un'altro nome per il topo quercino ad Africo, Ferruzzano e Palizzi.

Conoscete altri modi di dire topo nei dialetti calabresi?

Fonte:

Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/pantegana/
Wikitionary:
https://en.wiktionary.org/wiki/%CE%A0%CF%8C%CE%BD%CF%84%CE%BF%CF%82#Ancient_Greek
https://en.wiktionary.org/wiki/rattus#Latin
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Arvicolinae